La Polizia sperimenterà il Taser: cos’è e come funziona

Dopo riunioni, commissioni, pareri dei sindacati e verbali, dopo 4 anni che se ne parlava, ecco che le Volanti  della Polizia cominceranno a sperimentare il Taser per tre mesi. Ma cos’è? Come funziona? 
Il Taser è una pistola che “spara”, attraverso due dardi, una scarica elettrica ad alta tensione (50.000 volt) e a intensità regolare per 5 secondi, utile a immobilizzare un soggetto ostile senza arrivare al contatto fisico e sopratutto senza usare la pistola; utile anche a bloccare chi tenta la fuga. Togli la sicura, fai partire la scarica e via: i muscoli del bersaglio vengono fatti contrarre, lui è stordito. E’ una arma a tutti gli effetti, per la nostra legge. L’esperimento riguarderà Milano, Caserta, Brindisi, Catania, Padova e Reggio Emilia; ce ne saranno 30 in tutto e sulle divise degli agenti si installeranno delle telecamere a colori ad alta definizione. Si accenderanno come si toglie la sicura, per migliorare la sperimentazione, registrando tutto ciò che succede. Naturalmente, non tutti sono d’accordo.

Infatti Amnesty International ha già fatto notare che “dal 2001, data di acquisizione dal taser nel Nordamerica, i morti ‘taserizzati’ sono stati 864, e il 90 percento di questi era disarmato“. Un dato confermato nel 2017 dall’agenzia Reuters. Il problema, infatti, è che, per quanto leggera sia la scarica elettrica che viene emessa, se hai un disturbo cardiaco (di cui magari non sai nulla e di cui altrettanto nulla può sapere l’agente di polizia) o sei in uno stato di alterazione (ad esempio dovuto -è già successo- a crisi schizofrenica, a un disturbo bipolare, all’assunzione di droghe che già di per sé aumentano il battito cardiaco), puoi rimanerci stecchito. La stessa Onu nel 2007 l’ha definita uno strumento di tortura e la Taser International Inc. (che ora si chiama Axon), principale produttrice della pistola, dice che esiste un fattore rischio dello 0,25 percento.

E allora? La prima cosa da dire è che bisogna stabilire quale siano le regole d’ingaggio, cioè quando usarlo e quando no. L’alto numero di morti negli Stati Uniti è dovuto anche alla facilità con cui le forze di polizia americane usano il Taser anche quando non è strettamente necessario, figlia della stessa facilità con cui tirano fuori la pistola e sparano anche quando non è strettamente necessario. E alla loro mancanza di addestramento (sembra strano, visto che gli americani ci sembrano sempre iper-addestrati a tutto, ma è così), per la quale, pensando di avere al cinturone una cosa che tanto non è letale, la usano con facilità e più volte. Così, hanno finito per usarla anche su persone che, appena arrestate, erano molto agitate e per le quali tre o quattro agenti robusti sarebbero bastati e avanzati a farla star ferma; oppure, è successo che invece di sparare una sola scarica, ne hanno sparate cinque, dieci. E’ ovvio che così il rischio aumenta. Ci sono state le morti di Freddie Gray, di Sandra Bland, di Gregoy Towns.

Quindi, dipenderà molto dalle regole che verranno stabilite: ma in Italia stiamo parlando di usarlo per l’ordine pubblico, non dentro una Questura o un carcere, quindi il rischio che vada male è più basso. Anche la Axon dice che se non si usa correttamente il suo strumento ci possono essere incidenti: ad esempio, non va usato su persone anziane, minorenni e sull’area toracica. E quindi, quali saranno le regole per la Polizia? Va usato solo contro aggressori armati o anche disarmati? Nel casino di una situazione di strada o di una rissa come farà un agente che avverte una situazione di pericolo a evitare il torace? Domanda non da poco: la stragrande parte delle vittime, negli Stati Uniti, era infatti disarmata e i due dardi vanno a bersaglio seguendo traiettorie non prevedibili (lo vedete nel video). Fino ad ora la Axon se l’è cavata nelle numerose cause che le sono state intentate tirando fuori la “sindrome da delirio eccitato”, una patologia inventata per l’occasione che non è riconosciuta dalla medicina ufficiale nè dalle associazioni professionali. Che molto dipenda dall’operatore è comunque fuori discussione.

Sta di fatto che la “pistola elettrica” ha due modalità d’uso: “dardo” e “drive stun”. Nella prima, spara due dardi elettrificati, collegati tramite un sottile filo all’arma, che attraversano i vestiti e continuano a far scorrere corrente finché l’agente tiene premuto il grilletto, comunque non oltre i 5 secondi. Questo stordisce l’aggressore per un breve periodo. Nella seconda, viene spinto direttamente sul corpo. Che in entrambe i casi sia doloroso è fuori discussione.

 

Il Taser esiste da una vita, dagli anni Settanta, da quando lo inventò Jack Cover. Il suo nome sta curiosamente per “Thomas A. Swift’s Electronic Rifle” (il fucile elettronico di Tomas A. Swift): questo Swift era il personaggio d’avventura che un secolo fa, futuribilmente, se ne andava in giro per l’Africa a uccidere cannibali e pigmei con uno strano fucile elettrico. Ma era una versione molto diversa della pistola, che è diventata esclusivamente elettrica negli anni Novanta: il suo successo è iniziato qui. Da noi si sperimenterà un modello con sistema di mira a doppio puntatore laser, uno per ogni dardo, che può colpire il bersaglio fino a 7 metri di distanza (ed è necessario che entrambe i dardi vadano a bersaglio). Tra qualche mese sapremo com’è andata a finire.

di Fabio Sanvitale