Continuiamo la nostra opera di controinformazione rispetto a quello che dicono alcune trasmissioni televisive e certi politici . Cifre Istat per ristabilire la verità. Parliamo di allarme criminalità, ossia furti e rapine: quante ce ne sono in Italia? A sentire la tv, una tonnellata, sempre di più, ogni giorno ce n’è una e il crimine dilaga. I dati statistici, gli unici a comandare davvero, invece, non dicono affatto questo. Siete sorpresi?
Gli ultimi dati disponibili all’Istat sono quelli fino al 2015 (abbiamo tolto le centinaia per evitarvi un mal di testa): 1.463.000 furti e 35.000 rapine. Bene. Entrambi i dati sono in calo rispetto agli anni precedenti. C’erano stati 3 anni di crescita, dal 2012 (1.520.000) al 2013 (1.554.000) e nel 2014 (1.573.000), mentre il 2015 è stato un felice ritorno ai tempi del 2011, quando i furti erano 1.460.000. Ma quello che i politici generalmente non sanno è che l’andamento della criminalità non si valuta anno per anno, quanto su cicli decennali, esattamente come si fa per il censimento. Ci sarà un motivo, se il calcolo è decennale. Da un anno all’altro, infatti, un certo reato può aumentare o diminuire in modo del tutto schizofrenico e difficile da intepretare. Ecco perché quello che conta di più è vedere lo sviluppo sui dieci anni: perché lì i picchi assurdi non riescono a incidere più di tanto e si vede il vero andamento nel tempo. Così, arretriamo anche noi fino al 2006, anno in cui i furti furono 1.585.000, per poi diventare 1.636.000 l’anno dopo, crollare a 1.392.000 nel 2008, a 1.318.000 nel 2009, risalire a 1.325.000 nel 2010 e impennare appunto 1.460.000 nel 2011.
Cosa ne deduciamo? A prima vista, che i furti non hanno quella marcia inarrestabile verso il caos che vi viene venduta ogni sera, non c’è una chiara linea di tendenza. Se poi guardiamo meglio, che 10 anni fa ce n’erano 1.585.000 e oggi 1.463.000. Non va peggio, va meglio. A dimostrazione del fatto che questa presunta crescita –progressiva e inarrestabile- dei furti non esiste, guardate questo grafico: vedrete che è un reato che va a ondate. Cresce nel 2006-2007, poi l’onda scende fino al 2009-2010, poi torna a risalire fino al 2014, mentre ora sta calando di nuovo. Bisogna avere la visione complessiva per parlare di furti, non andare di pancia.
E se estendiamo il confronto con gli anni ancora precedenti? Beh, scopriamo con sorpresa che dal 1999 al 2006 in particolare i furti in appartamento sono crollati del 41%. Non lo diciamo noi, ma i dati del Ministero dell’Interno.
Allo stesso modo, anche i sotto-settori sono tutti in calo, se facciamo un discorso 2015 su 2014: furti in abitazione, furti con destrezza, furti d’auto, gli scippi e quelli nei negozi. Per chi volesse obiettare che in realtà sono di più perché tanti non vengono nemmeno denunciati: certo, ma allora dobbiamo aggiungere un tot ogni anno. E il risultato non cambia.
Passiamo alle rapine. Nel 2015 ce ne sono state 35.000: ce n’erano state 39.000 nel 2014, 43.000 nel 2013, 42.000 nel 2012 e 40.000 nel 2011, 33.000 del 2010. Anche qui si vede subito che c’è l’onda, vero? Un’onda che va e viene esattamente come quella dei furti, se ci fate caso. Ma andiamo ancora indietro: 35.000 nel 2009, 45.000 nel 2008, 51.000 nel 2007 e 50.000 nel 2006. Anche qui, se guardiamo a 10 anni fa, scopriamo con sorpresa che le rapine sono crollate da 50.000 a 35.000.
Guardando ai sotto-settori, che succede a quello preferito da Maurizio Belpietro a “Dalla vostra parte”? Parliamo delle rapine in casa, ovviamente. Beh, nel 2015 ne sono state denunciate 3.064. Erano 3.209 nel 2014, 3.619 nel 2013, 3.491 nel 2012. Certo, è di più delle 2.125 del 2006 ma quando c’è una riduzione –come negli ultimi tre anni- si guarda bene dal dirvelo. Le buone notizie, mai: solo le cattive. Si sa, l’audience. E le rapine per strada, che dopo il 2011 sono sempre state sopra le 20 mila, nel 2015 sono tornate sotto questa soglia, a 18.466.
Le rapine nei negozi? Erano 8.075 nel 2006. Bene, ora guardate qui. L’anno dopo, quasi la stessa cifra. Nel 2008, sono 7.764. Nel 2009 crollano a 5.921 e sono stabili così l’anno dopo, per crescere e arrivare alle 7.090 del 2012. Da lì in poi crollano ancora, anno dopo anno, fino alle 5.337 del 2015; che, ancora una volta, è decisamente meno di come era iniziato il decennio.
Dobbiamo continuare o vi sta venendo il dubbio che la televisione e certi politici siano dei venditori di terrore, e che l’allarme criminalità di fatto non esista? Vogliamo davvero dire che va tutto solo male in Italia?
Insomma, non c’è nessun aumento imperioso di furti e rapine che possa essere utilizzato per giustificare, ad esempio, nuove regole sulla legittima difesa o un clima di allarmismo perenne. Ci sono solo reati che hanno un andamento ciclico (che lasciamo agli esperti interpretare). Ci sono professionisti dell’informazione che fanno, piuttosto, campagna elettorale. E professionisti della politica che vendono bufale. Il tutto, per vendervi paura, farsi rieleggere e mantenere – senza stare dalla vostra parte- in un Parlamento dove si lavora dal martedì al venerdì. Questa sì che è una rapina.
di Fabio Sanvitale
(per i grafici: grab dal sito Agi)