Napoli 1975. E’ una tranquilla serata di fine ottobre. In un appartamento di Via Caravaggio una famiglia si sta preparando per la cena. I piatti sono già disposti, la moglie è in cucina che sta terminando di mettere le cose in tavola; la figlia è in camera sua e sta scrivendo una lettera al suo fidanzato; il papà è nello studio. All’improvviso qualcuno suona alla porta. Il padre si alza e va ad aprire. Quelli saranno i loro ultimi momenti di vita. L’assassino compirà un massacro passato alla storia come la “Strage di via Caravaggio”: una strage destinata a restare senza un colpevole. (Tratto dalla quarta di copertina)
“Delitto ai quartieri alti”, scritto dal criminologo Antonio Leggiero e uscito lo scorso ottobre per Intra Moenia Edizioni, ripercorre e analizza uno dei grandi misteri – destinato a rimanere tale – della storia del nostro Paese: la cosiddetta “strage di via Caravaggio”.
Indubbiamente un libro di facile e gradevole lettura, che immerge il lettore nell’atmosfera dei luoghi e dell’epoca in cui si sono svolti i fatti. L’autore, che sicuramente ha studiato a fondo le carte processuali e i documenti relativi alla strage (peccato sia un po’ avaro quando si tratta di riportarne stralci), evidenzia gli errori commessi durante le indagini e il processo a carico di Domenico Zarrelli e indica quella che, a suo avviso, sarebbe dovuta essere la pista da seguire.
Talvolta i commenti dell’autore e alcuni “ricami” risultano superflui, rischiando di scivolare sul banale. Tuttavia nel complesso consigliamo la lettura di questo libro, soprattutto a chi vuole avere un quadro complessivo del caso. Caso che, ricordiamolo, a ottobre 2015 è stato chiuso definitivamente, condannando a rimanere tali i dubbi e i sospetti che le ultime indagini avevano scoperchiato.
di Valentina Magrin