Seconda parte della nostra carrellata estiva sugli omicidi assurdi. Benevenuti in questo guinness nero, tanto ridicolo quanto vero.
Usato sicuro. 1998. Alessandro ha vent’anni e un debito di un milione e mezzo con Davide e Giovanni, che ne hanno 19. Insieme hanno comprato una Renault 9 usata. Non glieli ridà. In più fa gli occhi dolci alla cognata di uno degli amici. Considerato che siamo a Messina, la faccenda è pericolosa. I due attirano Alessandro fuori città, alla Panoramica, lo bastonano e per non lasciare nulla di intentato gli danno fuoco da vivo. Suggerimento: mai comprare auto usate in società.
Questi pulcini sono i miei pulcini. Lo so, non ci crederete. Ma si può morire per dei piccoli, teneri pulcini gialli. Allora, siamo in Sardegna, patria di moventi strepitosi. E’ luglio. Due uomini comprano un tot di pulcini in società (aridaje). «Li aveva comprati lui, glieli volevo pagare, ma ha rifiutato i miei duecento euro». Scoppia una lite. Con questo fantastico movente, uno dei due va casa, prende fucile e pistola (!), aspetta l’altro al pascolo e gli spara. Senza parole.
Dalle la patente o t’ammazzo. Ancora dalla Sardegna. Stavolta siamo a Sassari, è il 1997. Contro il signor Pietro vanno in quattro. La sua colpa è quella di avere un’autoscuola e un’allieva asina, che infatti non supera l’esame di guida; il cui fidanzato non pensa sia colpa di lei, ma dell’autoscuola. Così va da lui con altri tre. Pietro capisce le loro intenzioni e, prima di essere ucciso, spara a sua volta e uccide uno dei quattro (qui sono tutti armati). Tutto per una patente.
Se facevo da solo era meglio. Un uomo chiama un imbianchino. Gli commissiona un lavoro, ma il prezzo è troppo alto. Decide di non pagarlo. Hanno già litigato in passato, litigano di nuovo. Il primo spara cinque volte al secondo. Lo ferisce gravemente. Succede a Copertino, provincia di Lecce. E poi dice che uno si fa le cose da solo…
Io dico che la super costa troppo. Un pensionato 63enne va a fare benzina. Al momento di pagare, scatta la lite col benzinaio. Com’è che qui la benzina costa così tanto? Troppo! L’altro replica in malo modo. Il pensionato, come tutti i pensionati, gira con una 7.65; prende e gli spara. Quelli della Mobile di Palermo, quando hanno saputo il movente, non volevano crederci.
Volevo vedere se funzionava. Viale Trastevere, Roma, tranquilla mattina di una domenica primaverile del 2001. Suor Lucia cammina sul marciapiede quando viene colpita alla base del collo, fino al polmone. Da cosa? Da un colpo di fucile. Il suo vestito si fa rosso sangue, viene soccorsa. Miracolosamente, sopravvive. Qualcuno le ha sparato da un palazzo, tipo Marta Russo, non c’è che dire. Ma chi? La Polizia perquisisce molti appartamenti, scopre mezza tonnellata di armi non denunciate (!), ma non quella del delitto. Allucinante.
Non mi piace come lavori. Siamo a Paderno d’Adda (Lecco), 2012. Un uomo ritira un computer che si è fatto assemblare e critica come è stato fatto il lavoro. Qualche ora dopo sono ormai le 22.30 – il tecnico informatico che gli ha fatto il lavoro si presenta a casa sua con la cugina (!) e dopo una lite gli spara alla gola. I Carabinieri rimangono basiti e sospettano altri moventi, ma le sedicimila tracce lasciate dai due portano proprio a loro.
Carciofino assassino. Un uomo si presenta a casa del padre, chiede aiuto. Ha una brutta ferita al petto. Chiede aiuto, nonostante abbia un cellulare e avrebbe potuto usarlo. Quando in ospedale gli chiedono come sia successo, la risposta è: “pulivo i carciofini e mi sono ferito”. I Carabinieri non sanno se restare seri o ridere. Succede in provincia di Sassari, nel maggio dell’anno scorso. Non è propriamente un omicidio ma che fai, non lo metti?
di Fabio Sanvitale