Si chiamava Theodore Kaczynski. Era un tipo geniale, un matematico e un docente universitario. Che un giorno decise di avercela col mondo e iniziò ad inviare pacchi-bomba. Beh, è una frase fatta. Ovviamente queste cose non succedono da un momento all’altro. Era stata una scelta cresciuta lentamente, quella di inviarne, per 18 anni. E fare 3 morti e 23 feriti. Lo soprannominarono Unabomber, che stava per University and Airline Bomber, visto che i suoi obiettivi preferiti erano atenei e linee aeree. In realtà, Unabomber non odiava personalmente nessuna delle persone che colpì: odiava il progresso e la tecnologia. Li riteneva pericolosissimi per la società.
Aveva un Quoziente Intellettivo altissimo. Era capace di risolvere problemi matematici irrisolti da tempo. Era una mente brillante, uno che a 25 anni era già Professore Assistente a Berkeley. Durò due anni. Si dimise di colpo, senza dare spiegazioni. Rimasero tutti esterrefatti: il giovane Ted stava buttando via il suo futuro. Passano due anni e lo ritroviamo nel Montana, dove abita in una piccola casa di legno scuro. Nè acqua, nè corrente elettrica. Solo boschi infiniti, e alberi e neve. La caccia, la solitudine. Lontano dalla civiltà, come il protagonista di “Into the wild”, ma con in corpo l’odio per la società, che cresce lentamente. Gli attentati iniziano nel maggio 1978. Aerei in volo, professori universitari, negozi di informatica, studenti. E poi lettere ai giornali, e poi sei anni di pausa e poi di nuovo altre esplosioni, fino all’ultima dell’aprile 1995. Fu allora che fece sapere al mondo che, se un suo documento fosse stato pubblicato sui giornali, avrebbe smesso con le bombe: si chiamava La società industriale e il suo futuro. Lo accontentarono. Ma fu l’inizio della fine. Suo fratello David sospettò di lui: lo stile del documento non era simile a certe vecchie lettere scritte da Ted, molti e molti anni prima? Forse, ma in fondo non vedeva Ted da quindici anni. Allora assunse un’ investigatrice privata, Susan Swanson: voleva saperne di più, prima di andare dall’Fbi. La Swanson disse che sì, era possibile. L’Fbi fu informata. Il 3 aprile 1996 Unabomber fu arrestato nella sua capanna. Theodore Kaczynski sembrava un mezzo barbone, ma nella confusione c’era l’originale del documento e materiali identici a quelli usati per fabbricare le bombe. David incassò la ricompensa per aver fatto catturare il fratello, ma la donò alle famiglie delle vittime.
Theodore rifiutò di essere dichiarato incapace di intendere e di volere, anche se per diversi psichiatri gli estremi della schizofrenia c’erano tutti. Confessò, ritrattò. Fu condannato all’ergastolo. La capanna è esposta al Newseum di Washington.