1.37 – «Serve un posto di terapia intensiva per una bimba appena nata. Insufficienza respiratoria». «Cerchiamo subito», risponde l’Operatore 81, che nella notte tra l’11 e il 12 febbraio scorsi riceve la chiamata del pediatra della clinica Gibiino di Catania. La conversazione è riportata dal Corriere. Nicole è nata da poco. La sua breve vita finirà durante una corsa disperata e obbligata verso Ragusa, a causa della mancanza di posti letto nelle Utin ospedaliere di zona. Il pediatra precisa: «Non chiamate il Policlinico. L’ho già fatto. Non hanno posti. Urgente, urgente».
1.40 – A parlare è sempre l’Operatore 81«Unità terapia intensiva Cannizzaro? Necessità immediata di un posto. Neonata con insufficienza respiratoria». Risposta: «Tutti occupati. Chiedete ad altri».
1.42 – «Garibaldi? Necessità immediata di un posto per neonata…». «Non ci sono posti».
1.44 – «Unità terapia intensiva Santo Bambino? Urge posto…». «Chiamate quest’altro numero…».
1.45 – «Unità Santo Bambino? Urge posto per neonata con insufficienza respiratoria». «Nemmeno uno».
Stessa sorte con Siracusa, che dista circa 80 chilometri:
1.46 – «Umberto Primo…». «Tutto pieno».
Infine Ragusa, 100 chilometri da Catania:
1.47 – «Si c’è un posto, l’ultimo». «Bloccatelo».
A questo punto l’Operatore richiama la casa di cura dove si trova la piccola Nicole con la mamma Tania.
1.51 – «Abbiamo trovato un posto solo a Ragusa». Il pediatra: «Lo sappiamo, abbiamo telefonato anche noi. Ci organizziamo per partire». L’Operatore «Mandiamo una nostra ambulanza». Il pediatra: «No, andiamo con una ambulanza privata».
1.54 – L’operatore ricontata il pediatra: «Ho allertato Ragusa. L’ospedale conferma disponibilità». Ma stavolta il medico risponde: «Date le condizioni della neonata, abbiamo deciso di non andare a Ragusa, ma di portarla comunque al Policlinico».
1.56 – L’operatore avverte l’ospedale di Ragusa: «Non se ne fa più niente, la bambina non arriverà, resta a Catania, al Policlinico».
2.13 – Questa volta è il pediatra a chiamare l’operatore: «Mi serve il numero della Costanzo (medico dell’ospedale di Ragusa, ndr), andiamo a Ragusa». In seguito il pediatra spiegherà il perché di questo ulteriore cambio di programma: «La bimba aveva ripreso a respirare bene».
Ma un’ora e mezza più tardi, il pediatra ricontatta l’operatore dando la terribile notizia:
3.47 – «Siamo alle porte di Ragusa, ma debbo comunicare che la bambina è deceduta».
I verbali delle registrazioni riportate sopra hanno permesso alla Procura di Catania di aprire un’inchiesta sulla morte della piccola Nicole: sono ben nove gl’indagati, su cui grava il reato d’omicidio colposo (anche se per ora solo ipotizzato). La Procura, guidata da Giovanni Salvi, ha trascorso tutta la giornata di domenica negli uffici del Palazzo di Giustizia e ha delegato alla polizia di Stato di eseguire l’acquisizione di cartelle cliniche e atti amministrativi, comprese le registrazioni telefoniche del 118. Considerando tutti gli elementi del caso, non è da escludersi che l’episodio di malasanità possa coinvolgere un numero di persone superiore però, che si aggirerebbe addirittura tra 15 e 20, tra medici, infermieri e paramedici. A loro discolpa, gli ospedali citati nei verbali puntano il dito contro l’operatore del 118, accusandolo di non essere stato chiaro durante le telefonate, ma la sua dirigente Isabella Bartoli s’infuria: «Quando si chiede un posto di “intensiva” per una bimba appena nata si sa che rischia la vita». E il primario della Rianimazione del Garibaldi, Sergio Pintaudi, puntualizza: «In questi casi il “posto letto” bisogna anche inventarselo».
Perché in una situazione di estrema emergenza non sono state valutate altre soluzioni per salvare la neonata? Sicuramente non si poteva accelerare il trasporto della neonata a Ragusa perché l’elicottero del 118 da Catania di notte non vola: la pista e’ aperta soltanto dall’alba alla sera.
Oggi pomeriggio verrà eseguita l’autopsia nell’ospedale “Paternò-Arezzo” di Ragusa, dove Nicole è giunta senza vita. In attesa dell’esito, l’episodio ha sconvolto non solo le strutture ospedaliere coinvolte, ma gran parte della Sicilia e del Paese. Infatti, il sindaco di Catania Enzo Bianco chiederà alla Giunta che il Comune si costituisca parte civile nell’eventuale processo contro i responsabili di quella che ha definito «una tragedia indegna di un Paese moderno, la morte di una neonata per via di una serie di ritardi e dopo che in città non erano stati trovati posti in Unità di terapia intensiva prenatale». Allo stesso modo, l’assessore alla Sanità della Regione siciliana, Lucia Borsellino, avrebbe manifestato l’intenzione di dimettersi dopo il tragico evento.
Ma il dolore più grande è quello che in questi giorni si trova nel cuore dei genitori di Nicole, vittime di una gioia trasformatasi in perdita incolmabile. «Io e tuo papà abbiamo pianto tutta notte», questo il messaggio postato da Tania Laura Egitto sul proprio profilo Facebook e rivolto alla figlia Nicole. Prosegue, <<io e il tuo papà stanotte non avremmo dovuto dormire per cullare te, darti da mangiare, cambiarti il pannolino… invece abbiamo pianto quasi tutta la notte per poi addormentarci un pò con la tua camicetta in mezzo a noi, forse sei stata tu amore di mamma a cullarci per farci dormire…». Parole strazianti che meritano giustizia, la stessa che impedisca che episodi del genere possano ripetersi ancora in futuro.
di Barbara Polidori