Forse è solo una pessima coincidenza, ma vedere che l’uomo che per primo soccorse la piccola Fortuna Loffredo – per tutti Chicca – sul selciato del marciapiedi, quella mattina, è stato arrestato per pedofilia fa molto, molto effetto. L’uomo, M.B., che abita nello stesso palazzo in cui abitava Chicca, è stato arrestato oggi per violenza su una 12enne e si trova in carcere a Napoli. Viene spontaneo pensare che possa essere collegato con la morte di Chicca: ma è solo un’ipotesi, per ora. Un dubbio. Spesso, nelle indagini, capitano le coincidenze più incredibili e depistanti: è presto per trarre delle conclusioni. M.B., la mattina in cui Chicca fu buttata dal palazzo, era seduto su una panchina, in strada, con suo figlio. Sentì il tonfo, si girò e accorse. Una manciata di secondi e sbucava sulla scena il padre della bambina, che stava rientrando nel palazzo con l’altro suo figlio. Era il 24 giugno scorso ed era l’inizio del caso Loffredo. Che non ha ancora una soluzione.
In attesa di capire se le due vicende sono collegate, una cosa si può dire, però: che portare Chicca in quel palazzo (ci si era trasferita con la madre da due settimane) è stata un’idea devastante ed è stata un’idea della madre, Domenica Guardato. L’isolato 3 di Parco Verde di Caivano è infatti un palazzo dove almeno due madri si prostituiscono in casa per 10 euro, dove c’è chi ha seri problemi mentali, chi è tossicodipendente, dove ci sono uomini e donne che hanno tre figli con tre persone diverse, dove un altro bambino (Antonio Giglio) era volato da una finestra un anno prima, dove abita un pedofilo già condannato e dove un altro (M.B., appunto), quella mattina prendeva il sole su una panchina sotto casa.
Chicca era circondata dal Male. Chi avrebbe potuto salvarla, in quel palazzo?
di F.S.