di Simone Rinaldi
26 giugno 2014
«Dopo poco più di 12 anni dal fatto si può sostenere che non sussista il rischio per cui si ripeta il figlicidio, come descritto nella sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Torino», così si è espresso lo scorso 24 giugno il prof. Augusto Balloni, l’esperto di criminologia cui il Tribunale di Sorveglianza di Bologna aveva chiesto consulenza in merito al rischio di recidiva per Annamaria Franzoni. La perizia sulla possibilità di reiterare il delitto, frutto di una decina di incontri in due anni tra la donna e il prof. Balloni, era già stata discussa in aula lo scorso 29 aprile, ma i giudici avevano richiesto ulteriori approfondimenti, rinviando la decisione in merito alla concessione dei domiciliari alla Franzoni. E questa volta il Tribunale non ha avuto dubbi: in un’ordinanza di 18 pagine, i giudici hanno deciso che Annamaria Franzoni può tornare a casa.
Così, la madre del piccolo Samuele – per il cui omicidio è stata condannata a 16 anni di reclusione e per cui era in carcere dal 21 maggio 2008 – potrà ora tornare a Monteacuto Vallese (BO) dal marito ed i suoi due figli, Davide e Gioele. Non si è fatto attendere il commento del legale della Franzoni, l’avv. Paola Savio: «Siamo felici, speravamo in questa decisione». Il Tribunale di Sorveglianza di Bologna ha, però, proibito alla donna di tornare a Cogne, dove il 30 gennaio 2002 nell’abitazione della donna venne ritrovato il corpo straziato del piccolo Samuele. «È impossibile che dopo 12 anni torni a compiere lo stesso delitto. Spero che venga dimenticata perché, se fosse lasciata tranquilla e orientata verso una dimenticanza, ne gioverebbe», ha aggiunto il prof. Balloni, specificando che la Franzoni dovrà essere “risocializzata” tramite la psicoterapia di sostegno e un percorso con i servizi sociali come quando era in carcere, affinché ne possa essere contenuta la pericolosità sociale che, comunque, ancora sussiste.
www.cronaca-nera.it