di Andrea Minotti direzione@calasandra.it
“C’è qualcuno che gradisce una barba gratis?”
È questa una delle battute pronunciate da un fantastico e cupo Johnny Depp nel film musical/horror di Tim Burton: Sweeney Todd. La pellicola in parte si dissocia dalla reale storia di questo brutale e bizzarro serial killer londinese, noto come il leggendario barbiere assassino, che uccide le sue vittime con un rasoio per servirle e venderle successivamente ai clienti sotto forma di pasticci di carne.
Su di lui sono nate molte storie e molte filastrocche per spaventare i bambini, ma gli amanti del genere horror sanno molto bene che le peggiori storie dell’orrore o le più grandi leggende nascono da incubi realmente esistiti.
Di questo serial killer non esistono ritratti, ma solo vaghe descrizioni dei caratteri fisici che possono rendere l’idea: giovane, viso chiaro, sopracciglia folte, capelli rossi, carattere burrascoso, un uomo immorale e decisamente avido con uno sguardo da diavolo.
Sweeney, il cui vero nome è Benjamin Barker, nasce il 16 ottobre del 1756, all’85 di Brick Lane, nell’East End di Londra, unico figlio di due genitori operai poveri ed alcolizzati cronici. È l’epoca che precede la rivoluzione industriale, c’è molta povertà e miseria per le strade, e la criminalità dilaga ovunque.
Questo periodo sarà ricordato anche per il consumo epidemico e cronico di alcool. Il sistema giudiziario dell’epoca è particolarmente duro, basato su metodi brutali e draconiani anche per i reati più banali (il furto, ad esempio, viene punito con la morte).
L’infanzia di Sweeney Todd viene drasticamente interrotta il giorno in cui è costretto dal padre a lasciare gli studi per andare a lavorare nella stessa industria dei genitori, vista la necessità di aumentare gli incassi familiari.
Già a quell’epoca Sweeney manifesta evidenti segni di squilibrio. È affascinato così tanto dalla violenza da sperimentare torture e maltrattiamenti su animali vari. Il suo chiodo fisso è il museo e lo Zoo Reale presenti nella torre di Londra, dove sono esposti strumenti di tortura di vario genere. Sweeney è ammaliato dagli strumenti di dolore e passa molte ore in quella torre a fantasticare su quelle macchine.
All’età di 13 anni la già debole psiche del ragazzo viene messa a dura prova da una tragedia: perde infatti entrambi i genitori, usciti durante un gelido inverno alla ricerca di qualche bottiglia di gin e mai più rientrati. Le testimonianze dicono che la coppia, probabilmente, è morta congelata. Rimasto solo, Sweeney viene spedito in un orfanotrofio. Di lì a poco riesce a farsi assumere come garzone in una bottega di coltelli, dove però subisce in silenzio i maltrattamenti quasi quotidiani da parte del datore di lavoro. Forse è da questo momento in poi che comincia a crescere in lui la noncuranza nei confronti del prossimo.
Nel 1770, all’età di 14 anni, Sweeney viene condannato a 5 anni di carcere, nella prigione minorile di Negate, per aver rubato sotto commissione del suo padrone un orologio da taschino.
Nel carcere di Negate, “alloggia” ogni tipo di criminale: dai piccoli borseggiatori fino a delinquenti incalliti senza scrupoli e morale. Come ogni casa circondariale, il tutto gira e funziona con il denaro e, senza il capitale, si viene privati di beni prima necessità e alcune volte della vita stessa.
È proprio in questo luogo di estrema violenza che il futuro serial killer conosce Plummer, il barbiere del riformatorio, e ne diventa l’assistente. Plummer, detenuto per appropriazione indebita, non insegna al suo allievo solo come tagliare capelli e rasare la barba, ma anche come frugare nelle tasche per derubare i propri clienti.
Scontata l’intera pena, Sweeney ha ormai 19 anni. Il suo sogno ora è quello di aprire un negozio, ma con i pochi soldi che ha si deve adeguare a lavorare per strada, come molti altri suoi “colleghi” dell’epoca.
Il giovane, riesce a mettere da parte una bella somma di denaro per coronare il suo sogno, che realizzerà nella primavera del 1785 aprendo il suo “famoso” negozio in Fleet Street 186, accanto alla chiesa di St. Dunstan. Nel frattempo, però, ha già iniziato la sua “carriera” di assassino: nei pressi di Hyde Park, infatti, uccide un uomo che, sospetta, avrebbe avuto una relazione con sua moglie. I giornali dell’epoca descrivono così il brutale omicidio:
“Un sorprendente omicidio è stato perpetrato da un barbiere ambulante che esercitava accanto ad Hyde Park Coroner […] Un giovane gentiluomo capitato per caso dal barbiere, durante la rasatura ha detto di aver visto passare una bella ragazza lungo Hamilton Street, dalla quale aveva sicuramente goduto i favori la notte prima. Nella foga del racconto ne ha fornito una accurata descrizione. Il barbiere, convinto che la donna descritta fosse sua moglie, in un raptus di furore, ha tagliato la gola del giovane gentiluomo da orecchio a orecchio” (cfr. C. Camerani, Cannibali, Castelvecchi Editore 2010)
Abbandonata la moglie, il barbiere apre quindi il suo negozio in un quartiere molto malfamato della città, frequentato soltanto da prostitute, ubriaconi e persone poco raccomandabili. A Sweeney Todd il posto va più che bene, dato che i suoi scopi non sono propriamente filantropici… CONTINUA
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