di Mario Giancristofaro
Come tutti i fenomeni sociali, anche quelli riguardanti le subculture giovanili assumono una certa rilevanza storica a livello sociologico, poiché movimentati da ragioni prevalentemente legate alla voglia di rivalsa di una minoranza sociale o comuque legate alla naturale e spontanea richiesta di riconoscimento di diritti e doveri di classe (lavoro,assistenza sociale,sanità) da parte di certo numero di individui osteggiati nell’affermazione degli stessi da parte dello Stato.
Nell’affrontare il tema delle subculture giovanili non ci si può non far riferimento a uno dei casi storici tra i più rappresentativi fra i fenomeni sociali suburbani giovanili del secolo appena trascorso, quello riguardante la subcultura ”Rude Boy”, in auge in Giamaica a partire dagli anni 50’/60′. Lo slang ”rude boy”, permette di addentrarsi più attentamente all’interno delle dinamiche sociali di un Paese , di orientarsi verso riflessioni e ragionamenti storici sulla vita di una subcultura (segmento sociale rappresentativo di una minoranza culturale in contrapposizione con le grandi gerarchie valoriali di riferimento all’interno di una determinata scala sociale).
In realtà queste considerazioni nascono dal fatto che tale termine è rappresentativo di un movimento giovanile di vasta portata che traeva origine dalla voglia di riscatto e di affermazione di ognuno degli aderenti ad esso. I rappresentanti di tale subcultura giovanile , tendevano ad identificarsi nelle credenziali culturali tipicamente incarnate nella trimurti della musica giamaicana (ska, rocksteady e reggae) e nelle regole della vita di strada.
Con particolare riferimento alla vita di strada, incentrata principalmente in scenari malavitosi e loschi alle soglie della povertà, è possibile affermare che tale subcultura assunse i caratteri di un sottocultura criminale precisamente nel momento in cui gli adpeti intrecciarono relazioni di carattere interpesonale con personaggi appartenti al mondo del crimine.
I ”rude boy” quindi frequentavano giornalmente malavitosi e criminali e tendevano sempre più a sottolineare le loro origini nella loro musica (ska), di cui fecero il punto di forza comunicativo del loro essere. L’Iconografia della malavita esercitata da questa subcultura giovanile è rintracciabile nel classico abbigliamento da gangster (coppola, giacca a tre bottoni e scarpe nere). A quei tempi i rude boy tendevano a riempire le sale da ballo e a sfidarsi tra loro in lotte a colpi di musica, fino al degenerare totale della situazione in sparatorie e coltellate atte liberamente a impedire il regolare svolgimento delle serate.
Anche il cambiamento apportato dai rude boy nello stile del ballo ska (resosi più lento e minaccioso nell’andamento), lasciava intuire come all’interno dello movimento vi fosse stata un’imponente crescita del malcontento sociale. L’opinione pubblica, da parte sua, risultò schierarsi apertamente contro il movimento rude boy, e totalmente a favore della politica respressiva imposta dallo Stato giamaicano.
Soltanto artisti e produttori musicali appartenenti al genere ska appoggiavano incodizionatamente le rivendicazioni appartenenti alla subcultura rude. La situazione critica costrinse il governo giamaicano a una ferrea ed estrema decisione, consistente nel ricorrere all’uso della forza tramite l’impiego dell’ l’esercito sul campo per tenere sotto controllo la situazione.
Da quel momento, diversi rude boy ebbero svariati problemi con la legge poiché si trovarono costretti a causa della diffussisima povertà, della loro situazione di emergenza sociale e della mancanza di lavoro, a reagire in contrasto contro tutte le regole. Molti di essi morirono crivellati a colpi di pistola dalla polizia. A causa dello stato di povertà in cui versavano e delle dure condizioni imposte dal governo, diversi giamaicani si trovarono costretti di conseguenza ad emigrare in Inghilterra, alla ricerca di un’occupazione stabile che garantisse loro una dignitosa sopravvivenza.
I rude emigrati, si insediarono sopratutto nei quartieri operai inglesi e della periferia e li si trovarono a contatto con altre subculture (Mod) , appartenenti anch’esse alla classe operaia. Nel 1962 l’Inghilterra pose forti limiti alla politica di immigrazione imposta dal Commonwealth, scatenando di conseguenza le rivolte dei rude boy nei quartieri operai.
Rude e mod frequentavano gli stessi ambienti e lentamente cominciarono a mescolarsi dando vita alla subcultura Hard-Mod ( versione più estrema della cultura Mod , che ereditò dalla cultura Rude influenze riguardanti il vestiario e la cultura). In seguito , la nuova subcultura giovanile hard-mod verrà identificata come movimento skinhead.
In inghilterra, i rude boy raggiunsero il punto massimo di popolarità nel 1964 con lo sviluppo del filone rocksteady (ritmi ska rallentati). In epoca moderna, nella terminologia tipica del genere ska , il termine ‘rude boy’ è espressione utilizzata prevalentemente per indentificare gli appartenenti alla musica Ska, anche se conserva una certa familiarità con il significato originale. Nel Regno Unito, invece, è uno slang utilizzato molto spesso in senso dispreggiativo , per riferirsi alla gioventù (Afro-americana) che si accosta alle tendenze e alla cultura hip-hop.