«Ora l’unica cosa che voglio è essere lasciato in pace. Sono un uomo onesto, non c’entro niente con la bomba»: ecco quanto dichiarato da C.S. in un’intervista rilasciata a Il Mattino e La Stampa, l’uomo che ieri è stato ascoltato in relazione all’attentato di Brindisi che ha portato alla morte di Melissa Bassi.
Numerose le polemiche in seguito alla pubblicazione – ieri – del suo nome e cognome, nonché di informazioni relative alla sua vita privata. “Sbatti il mostro il prima pagina”, mai titolo di un film sembra più azzeccato per commentare quanto accaduto al radiotecnico di Brindisi: «chiaramente è stato un incubo – ha aggiunto – però per fortuna hanno capito che sono onesto».
Ieri, proprio mentre erano in corso i funerali della povera Melissa, C.S. è stato portato in caserma e interrogato fino alle 3 di notte. Con lui c’era anche sua figlia di 3 anni, che durante quelle terribili ore è stata “distratta”. Dalle indagini è emerso che non è lui l’uomo ripreso dalle telecamere: «Sabato mattina – racconta – ero qui a casa, a 300 metri, stavo dormendo. Ho sentito l’esplosione e ho pensato subito chiaramente a qualcosa di grave. Tre ore dopo sono uscito di casa per andare al negozio di elettronica». Ora chiede solo di essere dimenticato e ha fiducia nella gente che, spera, si renderà conto della sua totale estraneità con la bomba esplosa davanti all’istituto professionale Morvillo Falcone.