Vittorio Emanuele avrebbe confessato, 33 anni dopo, l’omicidio di Dirk Hamer, il giovane tedesco colpito da un colpo di fucile alla gamba destra mentre si trovava sull’isola di Cavallo (in Corsica) e morto dopo 111 giorni di agonia. L’allora imputato venne assolto dai giudici francesi dopo tre giorni di processo.
Il Fatto Quotidiano ha pubblicato un video girato attraverso una telecamera nascosta nel carcere di Potenza, dove il principe venne recluso nel 2006. Le immagini lo mostrano di spalle, mentre racconta ai compagni di cella quanto accaduto quella notte tra il 17 e 18 agosto del 1978. “Io ho sparato un colpo così e un colpo in giù ma il colpo è andato in questa direzione, è andato qui e ha preso la gamba sua, che era steso, passando attraverso la carlinga”, sono le dichiarazioni testimoniate dal video. “Devo dire che li ho fregati…il procuratore aveva chiesto 5 anni e 6 mesi. Ero sicuro di vincere. Ero più che sicuro”.
Birgit Hamer, la sorella del giovane morto ora vorrebbe far riaprire il processo: “La verità è venuta fuori e non si può più metterla a tacere”. Immediata però la replica di Vittorio Emanuele di Savoia: “Le parole del video sono assolutamente frammentate e sconnesse perchè inframmezzate da lunghe pause e parti incomprensibili di registrazione che risultano addirittura montate ad arte. Nessuna ammissione di responsabilità emerge dal contesto della registrazione nè mai sarebbe potuta emergere perchè responsabilità non ve ne furono”.
IL FATTO – Il 18 agosto 1978, sull’Isola di Cavallo in Corsica, ci fu una sparatoria a seguito del furto del gommone di Vittorio Emanuele da parte di ospiti del miliardario Nicky Pende. Secondo l’accusa uno dei proiettili sparati da Vittorio Emanuele con una carabina, colpì la gamba dello studente tedesco di 19 anni Dirk Geerd Hamer che stava dormendo in una barca vicina e che morì nel dicembre dello stesso anno dopo 111 giorni di agonia. Secondo la difesa, però, altre persone (non identificate) avrebbero sparato durante la colluttazione. Anche il calibro ed il rivestimento dei proiettili che ferirono il giovane risultarono diversi da quelli in dotazione alla carabina di Vittorio Emanuele di Savoia: elemento contestato dall’accusa, secondo cui ci sarebbe stata una sostituzione dell’arma.
Nel novembre del 1991 Vittorio Emanuele venne prosciolto dalla Camera d’accusa parigina e condannato a 6 mesi con la condizionale per porto abusivo d’arma da fuoco. Il 21 giugno 2006, durante la sua detenzione nel carcere di Potenza, una microspia intercettò una sua conversazione in cui ammetteva di aver sparato il colpo alla gamba, vantandosi di essere stato assolto. Secondo gli avvocati difensori, la conversazione sarebbe stata alterata falsando o eliminando i “non” per far apparire le affermazioni negative in positive.