Ascoli Piceno, 16 febbraio 2011
Alvaro Binni, il tecnico della Questura di Ascoli Piceno indagato a piede libero per l’omicidio di Rossella Goffo, ha depositato istanza di archiviazione dell’inchiesta a suo carico presso la cancelleria della Procura di Ascoli. Un gesto che sorprende, visto che si è ancora in attesa dei risultati dell’autopsia eseguita sui resti trovati a Colle San Marco lo scorso 5 gennaio.
LA RICOSTRUZIONE: Rossella Goffo, una 47enne funzionaria della Prefettura di Ancona, scompare dal capoluogo marchigiano fra il 4 e il 5 maggio del 2010. Originaria del Veneto, lascia a Rovigo il marito e due figli ormai grandi. Rossella, che dopo aver chiesto il trasferimento era andata a lavorare ad Ancona, quando scompare fa le valige e lascia completamente libera la stanza dell’appartamento che condivideva con alcune studentesse.
Si pensa dunque a un allontanamento volontario, ma gli inquirenti non ne sono molto convinti. Nell’auto di Rossella, che viene ritrovata all’interno del parcheggio della Prefettura dove lavora, ci sono alcuni documenti appartenenti alla donna ma con la data di nascita contraffatta, al fine di farla apparire più giovane. Si risale anche ad alcuni profili aperti dalla Goffo su vari social network, tutti sotto falso nome e sempre con età inferiori alla sua.
Inizia così a delinearsi un profilo psicologico se non altro complesso. Si scopre inoltre che Rossella aveva chiesto il trasferimento ad Ancona per stare vicino ad un uomo del quale era follemente innamorata. Quest’uomo è Alvaro Binni, tecnico della Questura di Ascoli Piceno, sposato e padre di 4 figli. I due si erano conosciuti in passato a Rovigo, dove il Binni era stato per qualche tempo, e avevano intrecciato una relazione. Questa relazione, però, è sempre stata negata dal Binni, in quale sostiene che la Goffo avesse nei suoi confronti una vera e propria ossessione, tanto che nel 2009 l’aveva denunciata per stralking. La donna era stata condannata ma questo, apparentemente, non aveva fatto scemare la passione. Quando viene interrogato dagli inquirenti in seguito alla scomparsa di Rossella, Alvaro Binni raccontata di aver visto per l’ultima volta la donna il 3 maggio, un giorno prima della sua scomparsa. Dopo alcuni riscontri, in particolare sui tabulati telefonici, non viene creduto e viene indagato per omicidio volontario premeditato. Il corpo di Rossella però non si trova.
LA SVOLTA: Il 5 gennaio 2011due persone a spasso con i loro cani nel bosco di Colle San Marco, nei pressi di Ascoli Piceno, trovano un cadavere semi sepolto. Il corpo, in avanzato stato di decomposizione, è però riconducibile a Rossella Goffo, grazie soprattutto a un braccialetto con incisa una data che viene riconosciuto dal marito. A questo punto la posizione di Binni si fa ancora più delicata, visto anche che dai riscontri telefonici risulterebbe essere stato a Colle San Massimo proprio tra il 4 e il 5 maggio 2010.
Ma, come dimostra la richiesta di archiviazione, l’indagato è convinto che non vi siano indizi rilevanti a suo carico: non ci sarebbe, in particolare, un movente plausibile e il luogo di ritrovamento del corpo sarebbe incompatibile con il suo coinvolgimento del delitto. Quel bosco, infatti, è un posto molto frequentato da coppiette in cerca di intimità e da escursionisti, quindi difficilmente il corpo sarebbe stato occultato per tutto quel tempo. Se invece il corpo fosse stato portato lì in un secondo momento (e non il 4 maggio 2010, data ipotetica dell’omicidio), non sarebbe stato comunque Binni a farlo, visto che era indagato da fine maggio 2010 e non avrebbe quindi corso un rischio simile.