Nessun segno di violenza sul corpo di Elisa Benedetti: ecco quanto emersodall’esame autoptico appena concluso da parte dal medico legale Anna Maria Verdelli. E non ci sarebbero nemmeno segni di buchi sulle vene, quindi la ragazza non si sarebbe iniettata alcuna droga, fermo restando la possibilità che possa averla inalata. Per ora sembra dunque prevalere l’ipotesi della morte per assideramento. Restano però alcuni misteri da chiarire: chi è Matteo, il ragazzo dal quale Elisa stava andando quella notte, quando ha preso la macchina dell’amica Vanessa e si è dileguata tutta sola? Elisa salendo in macchina avrebbe farfugliato di dover raggiungere questo Matteo a Ponte Pattoli, dove si trova la discoteca Red Zone e dove abitualmente Elisa e Vanessa si rifornivano di droga. Forse Matteo è proprio il pusher, in queste ore gli inquirenti lo stanno accertando.
E ancora, che fine hanno fatto due dei cellulari che Elisa aveva con sé? Si tratterebbe proprio dei cellulari con i quali la ragazza ha chiamato prima il 118 e poi il 112. Non sono stati ritrovati né all’interno della macchina né addosso alla ragazza.
A proposito delle telefonate di richiesta di aiuto, riportiamo qui uno stralcio di quella fatta al 112 e durata ben 27 minuti:
Elisa: “Mi hanno violentato. Ho paura, ho tanta paura, non riesco a camminare, la macchina si è fermata. Aiutatemi…”.
112: “Ma dove sei? Che strada hai fatto?”
Elisa: “Non lo so, non ricordo. L’ultimo ricordo che ho è che eravamo all’Ip di Ponte Rio, al bar. Poi siamo venute verso Ponte Pattoli e poi… non ricordo… non ricordo, non so dove sono”.
112: “Con chi?”
Elisa: “Ma la mia amica, dove è la mia amica? Sono preoccupata per lei”.
112: “Tu pensa a te ora. Ma lei come si chiama?”
Elisa: “Vanessa”.
112: “Hai il suo numero di telefono?”
Elisa: “Sì, 327…”.
112: “Accendi i fari dell’auto, non scendere. Stiamo arrivando. Le senti le sirene?”
Elisa: “No, le sento solo nel cellulare”.
112: “Sei su una strada asfaltata?”
Elisa: “Sì”.Sono in mezzo ai rovi. Sono sporca, c’è tutto fango. Vedo una rete metallica alta, vedo il Tevere… provo ad arrampicarmi ma è ripido, scivolo”.
112: “Prova a spostarti, a darci qualche punto di riferimento, torna indietro. Ho paura, non so dove sono.”
112: Guidavi tu?
Elisa: “No.”
Come si può evincere, ci sono alcuni passaggi che, ancora una volta, spalancano dei dubbi: cos’è successo ad Elisa, perché dice di essere stata violentata, se sul suo corpo non ci sono segni di violenza? Perché questa preoccupazione per Vanessa? E chi c’era in macchina, visto che Elisa si è allontanata da sola ma ha detto all’operatore del 112 che non era lei a guidare?
C’è qualcosa che non torna. La sensazione è che qualcuno non stia raccontando tutto quello che sa, magari al solo scopo di non sbandierare la vita privata della vittima.
Nel frattempo il fidanzato di Elisa, Alex Pieraccini, che ieri aveva tentato di fare un prelievo con il bancomat della ragazza, ha chiarito la sua posizione: il bancomat era co-intestato, quindi quel prelievo sarebbe stato legittimo, ma il giovane non sapeva che quella carta era stata bloccata.