Reggio Calabria, 7 gennaio 2011
Ci sono degli omicidi che non balzano agli onori della cronaca, forse perché avvengono in luoghi dove purtroppo si è “abituati” a episodi del genere e a sentir parlare di morte. Ma non per questo si devono dimenticare le vittime e non per questo bisogna smettere di cercare la verità.
È questo il caso di Giuseppe Sorgonà, un giovane parrucchiere di 25 anni ucciso la sera del 7 gennaio 2011 nel pieno centro di Reggio Calabria. Si trovava a bordo della sua Fiat 500 nera con il figlioletto di appena 2 anni e stava rientrando a casa, quando uno scooter con a bordo 2 uomini ha affiancato la sua macchina e ha fatto fuoco. Due colpi. Poi la pistola si è inceppata. Ma il secondo, che ha colpito la testa del ragazzo, si è rivelato fatale. Il bambino, fortunatamente illeso, è stato soccorso dai passanti. La polizia sta indagando a tutto tondo sulla vita di Giuseppe, ma ad oggi non è emerso nulla: il ragazzo conduceva una vita tranquilla, fatta di lavoro e famiglia. Tuttavia le modalità dell’omicidio fanno pensare che si sia trattato di un crimine organizzato e compiuto da mani esperte. Giuseppe Sorgonà viveva una vita parallela, di cui amici e parenti erano all’oscuro? O si è trattato di uno scambio di persona?