di Valentina Magrin
7 gennaio 2011: Davanti alla III Corte D’Assise di Roma il pm Ilaria Calò ha chiesto l’ergastolo per Raniero Busco, accusato di aver ucciso con 29 coltellate Simonetta Cesaroni il 7 agosto 1990, all’interno di uno stabile a Roma, in via Poma 4. L’imputato non è presente in aula perché influenzato. Nella seconda parte della requisitoria (la prima era stata fatta lo scorso dicembre), il rappresentante dell’accusa sostiene che non ci siano dubbi circa la colpevolezza di Raniero Busco e sottolinea anche l’aggravante della crudeltà: per uccidere Simonetta, infatti, sarebbero bastate solo tre delle lesioni riscontrate sul suo corpo, tutto il resto è crudeltà. Le prove scientifiche, inoltre, dimostrerebbero che l’ipotesi dell’accusa è milioni di miliardi di volte più plausibile di quella della difesa: “in corrispondenza di entrambi i capezzoli della ragazza e sul suo reggiseno sono state trovate tracce di DNA riconducibili a Raniero Busco senza dubbio”. Il pm riassume così i risultati delle consulenze tecniche: “L’aggressione mortale non è stata successiva a una colluttazione; il materiale biologico trovato indica un approccio orale dell’aggressore; il profilo del materiale biologico è quello di un uomo ed è compatibile con quello di Raniero Busco; la sua dentatura ha caratteristiche che la rendono unica e la morfologia del suo morso corrisponde alla morfologia del morso al seno di Simonetta. Infine, non esisterebbero ipotesi alternative alla colpevolezza di Busco: “Non ci sono spiegazioni alternative alla presenza del suo DNA sulla porta della stanza dove fu trovata morta Simonetta. È impossibile che qualche altra persona sia stata in quella stanza senza lasciare alcuna traccia biologica seppure essa microscopica”. La sentenza è prevista entro fine mese.
14 gennaio 2011: Le parti civili hanno fatto le loro richieste conclusive. Lucio Molinaro, legale di parte civile della madre di Simonetta Cesaroni, si è associato alla richiesta di ergastolo (pronunciata il 7 gennaio dal pm Ilaria Calò) e ha chiesto che Raniero Busco paghi anche un risarcimento di un milione di euro. Molinaro ha ricordato le lettere scritte da Simonetta, da cui si evinceva la relazione tormentata che aveva con Busco, e ha ribadito i risultati delle prove scientifiche. L’avvocato ha infine parlato di Pietrino Vanacore: il suo suicidio rappresenterebbe una sorta di autopunizione, perché quel giorno il portiere avrebbe visto il cadavere di Simonetta, ma invece di chiamare le forze dell’ordine avrebbe avvertito i capi dell’associazione. Anche Andrea Magnanelli, legale del comune di Roma (anch’esso parte civile nel processo), ha ribadito che la colpevolezza dell’ex fidanzato di Simonetta è certa. Questo delitto, secondo Magnanelli, ha provocato un gravissimo danno alla città di Roma, meritevole di risarcimento.
19 gennaio 2011: Due milioni di risarcimento con una richiesta di provvisionale di 200 mila euro ed ilsequestro conservativo degli immobili dell’imputato Raniero Busco. Questa la richiesta degli avvocati di parte civile Federica Mondani e Massimo Lauro, rappresentati di Paola Cesaroni, sorella di Simonetta Cesaroni, la ragazza uccisa con 29 coltellate il 7 agosto 1990 negli uffici di via Poma, a Roma. I due penalisti hanno proiettato in aula un video con le immagini di circa 30 donne assassinate, tra cui Chiara Poggi e Giovanna Reggiani. Seguito dalla lettura di una missiva scritta a 17 anni da Simonetta Cesaroni.”Busco in questi vent’anni è stato fortunato: vent’anni fa la tecnologia era diversa, ma ad un certo punto la fortuna di Busco è venuta meno – ha commentato l’avvocato Federica Mondani, nel corso della requisitoria – Simonetta sarebbe potuta diventare una manager, una donna di successo. Avrebbe messo al mondo dei figli, regalato dei nipoti ed una stagione tranquilla al padre ed alla madre. All’esame di maturità prese 52 su 60. Era una ragazza piena di speranze, con coscienza di sè e del sentimento. Ma si è scontrata con la violenza di un uomo che le ha tolto la vita”. Per domani è atteso l’intervento dell’avvocato Paolo Loria, difensore di Raniero Brusco, mentre la sentenza dovrebbe arrivare il 26 gennaio.
20 gennaio 2011: Interviene l’avvocato Paolo Loria, difensore di Raniero Busco: ”L’ipotesi accusatoria che indica Raniero Busco come autore dell’omicidio di Simonetta Cesaroni e’ solo un‘ipotesi residuale. Si ritiene non possano essere stati altri, quindi non puo’ che essere stato lui. Questa e’ una inversione della logica che dovrebbe caratterizzare l’indagine preliminare”. La colpevolezza di Busco è solo un’ipotesi, non supportata da alcuna certezza. L’avvocato ribadisce l’innocenza del suo assistito, accusato della morte di Simonetta Cesaroni. Parla anche di “omertà collettiva” in riferimento al comportamento di coloro i quali hanno avuto rapporti di lavoro con la vittima. In particolare, si sofferma sulla figura di Salvatore Volponi, datore di lavoro di Simonetta: ”l’ha sfruttata ignobilmente pagandola poco e in nero. Dice di non essere mai stato in via Poma e che il ritrovamento del corpo e’ stato casuale, ma i portieri lo smentiscono”. Anche il ruolo di Pietrino Vanacore, suicidatosi nel marzo del 2010, resta ambiguo: ”che lui abbia avuto un ruolo e’ certo. Descrive la posizione del cadavere ma nessuno dei poliziotti intervenuto l’ha visto negli uffici”. Il prossimo 26 gennaio la Terza Corte d’Assise di Roma scriverà la parola “fine” al primo grado di questo giudizio.
RANIERO BUSCO, IMPUTATO PER L’OMICIDIO DELL’EX FIDANZATA SIMONETTA CESARONI, E’ STATO CONDANNATO IN PRIMO GRADO DALLA TERZA CORTE D’ASSISE DI ROMA A 24 ANNI DI RECLUSIONE PER OMICIDIO VOLONTARIO. Raniero Busco dovrà inoltre risarcire i danni delle parti civili Paola Cesaroni, Anna di Giambattista e il Comune di Roma.
Il commento dell’avvocato di Raniero Busco:
“E’ una sentenza che forse accontentera’ qualcuno ma di certo non accontenta il concetto di giustizia. Contro Raniero Busco c’erano soltanto pochi indizi e nessuna prova. Lui era convinto di essere innocente”. E’ basito l’avvocato Paolo Loria. La terza Corte d’Assise ha appena pronunciato la condanna a 24 anni di reclusione per colui che e’ stato giudicato l’assassino di Simonetta Cesaroni. E il difensore non fa nulla per nascondere il suo stupore: “Non mi aspettavo proprio questo tipo di sentenza – ha commentato con i giornalisti -. Sono curioso di leggere le motivazioni. Noi avevamo dimostrato che c’erano ottime ragioni per credere nella sua innocenza. Ritengo per un caso simile una Camera di consiglio meritasse una riflessione maggiore. Tre ore di Camera di consiglio per una vicenda cosi’ delicata mi sembrano francamente un po’ poche”.
Il commento della mamma e della sorella di Simonetta Cesaroni:
“Abbiamo sempre avuto fiducia nella giustizia e nel lavoro dei pm. Dal momento in cui ci sono state presentate le prove siamo state convinte della colpevolezza di Busco”. Questo il primo commento della madre e della sorella di Simonetta Cesaroni, uccisa il 7 agosto 1990 in un appartamento di via Poma. A riferire ai cronisti le parole di Anna Di Giambattista e Paola Cesaroni e’ stato il legale di parte civile Federica Mondani.
Il commento dell’avvocato della famiglia Cesaroni:
“Finalmente abbiamo una sentenza, Raniero Busco e’ stato processato per un anno e questa Corte d’Assise ha preso una decisione importante. Lo ha detto l’avvocato Lucio Molinaro difensore di parte civile per conto della famiglia Cesaroni, manifestando quello che sarebbe stato il pensiero del papa’ della vittima, Claudio, deceduto pochi anni fa e protagonista di una lunga battaglia giudiziaria perche’ si arrivasse a una verita’. “La sentenza di oggi – ha detto Molinaro – costituisce un’emozione forte ma provvisoria e siamo ancora al primo grado di giudizio. Avete pero’ assistito – ha aggiunto rivolgendosi ai giornalisti – a un processo vero dove sono state portate delle prove. Forse la condanna all’ergastolo avrebbe potuto costituire un motivo di riflessione in piu’, ecco perche’ ritengo che i 24 anni siano una pena giusta”. Rispondendo a una domanda su Pietrino Vanacore, il portiere dello Stabile di via Poma, morto suicida nel marzo scorso, pochi giorni prima della sua audizione in aula, l’avvocato Molinaro ha detto: “Lui ha vissuto un dramma interno, e’ stato omertoso perche’ non ha comunicato alla polizia il ritrovamento del cadavere di Simonetta”.
Il commento di Giuseppa De Luca, moglie di Pietrino Vanacore:
“Vivremo sempre nel dolore”. Giuseppa De Luca, moglie di Pietrino Vanacore, il portiere di via Poma quando Simonetta Cesaroni venne assassinata, suicidatosi lo scorso marzo, commenta con queste poche parole la condanna di Raniero Busco a 24 anni. Interpellata dall’ADNKRONOS, la vedova Vanacore aggiunge soltanto: “viviamo in un grande dolore. Soltanto noi sappiamo quello che abbiamo passato e non si cancellera’ mai”.
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