Alle 15 di sabato 4 dicembre 2010 i sommozzatori hanno iniziato le ricerche di Yara Gambirasio – la tredicenne bergamasca scomparsa venerdì 26 luglio 2010 – lungo la sponda bergamasca del fiume Adda.
Intanto le unità cinofile, i vigili del fuoco e la protezione civile hanno continuato a perlustrare le zone ampliando ancora il raggio d’azione: si cerca da Villa d’Adda fino a paesini come Capriate, Medolago, Calusco, Strozza.
È rispuntata la pista del furgone bianco, notato in precedenza secondo la testimonianza di alcune persone, ma le testimonianze sarebbero ancora al vaglio degli inquirenti.
Fino a questo momento sono già stati ispezionati, palmo a palmo, 400 ettari di territorio. Eppure, di Yara Gambirasio ancora nessuna traccia e, per gli inquirenti, nessuna pista consistente.
Arrivano diverse segnalazioni – un giubbotto lanciato da un’auto in corsa (ma non era di Yara) o una bambina seduta su una panchina intenta a scrivere qualcosa – ma nulla ha portato a individuare la pista che potrebbe riportare Yara a casa.
Si è indagato di nuovo nell’ambiente della ginnastica ritmica, forse in cerca di qualche particolare che potrebbe rivelarsi prezioso e finora ritenuto ininfluente, ma anche ascoltando le amicizie sportive di Yara non è emerso nulla di fondamentale per ritrovare la tredicenne bergamasca.
Sul popolare social network Facebook, il “Gruppo per trovare Yara Gambirasio” ha quasi raggiunto 25.000 iscritti: persone che scrivono un pensiero affettuoso di vicinanza, ragazze che abitano nei paesini vicino a Brembate di Sopra e che in queste ore stanno sentendo l’elicottero per le ricerche sopra le loro teste. Ma ci sono anche persone felici di poter dare un aiuto, anche solo un’idea o un’ipotesi di ricerca: suggeriscono di ritrovare i filmini dei saggi di Yara e delle sue compagne della ginnastica ritmica, consigliano di rivedere i fotogrammi di quelle immagini e di cercare se c’è qualcosa o qualcuno di sospetto immortalato in quei momenti.
La famiglia di Yara Gambirasio, intanto, continua a desiderare la discrezione e la riservatezza. Prega e spera, la famiglia di Yara: l’unica cosa che si può fare nell’intimità di una famiglia chiusa nel proprio dolore, mentre il paese si prepara per la veglia di preghiera.