Pietro de Negri, soprannominato “Er canaro”, è colpevole di aver torturato e ucciso l’ex pugile Giancarlo Ricci.
Da tempo Ricci, tossicodipendente come il De Negri, perseguitava quest’ultimo sottoponendolo ad angherie e prese in giro. Insieme avevano compiuto un furto in un negozio di abbigliamento: De Negri era finito in carcere ma non aveva mai rivelato il nome del complice della rapina, complice che poi, però, gli aveva negato la sua parte del ricavato del colpo.
Pietro De Negri, all’epoca trentaduenne, di origine sarda, era titolare, in via della magliana 253 a Roma, di un negozio per la toilette dei cani.
Il pomeriggio del 17 febbraio 1988 De Negri attirò Giancarlo Ricci con un pretesto in negozio: “Deve venire da me un grossista di droga e se tu ti nascondi nel locale, puoi rapinarlo”, aveva detto Er canaro al Ricci, che accettò la proposta e si nascose in una gabbia dove venivano chiusi i cani in attesa del loro lavaggio.
Da quel momento De Negri trasformò il suo negozio in una camera di tortura: per ore e ore il Ricci fu sottoposto a orrende sevizie con gli strumenti utilizzati per la toelettatura dei cani: forbici, martelli, tronchesi, chiavi inglesi.
Al Ricci furono amputati genitali, naso, dita, lingua, e gli furono tolti i denti. Si disse che il canaro gli spruzzò benzina sulle ferite e diede fuoco per cauterizzarle in modo da prolungargli la sofferenza. Infine lo soffocò, caricò il corpo sulla sua automobile e lo gettò in una discarica sulla Portuense. Poi diede fuoco al cadavere.
Una storia terrificante che segnò per sempre la cronaca nera romana.
La segnò in modo spaventoso.
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