La notizia è questa: dopo decenni di vuoto legislativo, sta per essere finalmente normata in Italia la figura del criminologo. Chi è il criminologo oggi? Tutti e nessuno, basta fare un master per dire di esserlo. Quanti ce ne sono? Con che formazione? Nessuno lo sa, non esiste modo per quantificare e qualificare la categoria. Di sicuro è un mestiere con pochi sbocchi pratici, oggi come oggi (ne abbiamo parlato qui). E, di sicuro, questa figura comunque così importante, che avrebbe bisogno di ben maggiore applicazione, è tra quelle che per legge sono “non regolamentate”. Anche se ci sarà ancora per poco, visto che ne è in corso il processo di normazione, che riguarderà sia i criminologi sia i criminalisti. Vediamo di che si tratta con Vincenzo Circosta, Senior Security Manager e membro del Comitato Scientifico di cui stiamo per parlare.
Cosa sta succedendo? Quando è cominciato questo processo di normazione? “Il percorso è cominciato due anni fa, a fine 2016, quando l’AICIS ha iniziato ad occuparsene e poi ha avviato un Comitato Scientifico, composto da 17 esperti di estrazione diversa: criminologi, legali, psicologi, psichiatri, sociologi, grafologi, investigatori”.
L’AICIS (il cui presidente è il professor Ugo Terracciano) a sua volta nasce dentro la Magistrale in “Scienze Criminologiche per l’Investigazione e la Sicurezza” dell’Università di Bologna. È un associazione professionale nata alla fine del 2016, dando concretezza a un’idea di alcuni docenti dell’università, proprio per colmare questo vuoto, cioè per rappresentare e garantire un riconoscimento normativo alla figura del criminologo.
E perché ha voluto normare i criminologi? “L’obiettivo è stato ed è quello di normare una figura trasversale, come il criminologo appunto, che non è certificato e che comprende al suo interno, oggi come oggi, giuristi, psicologi, sociologi che hanno in comune un master in criminologia”. Cioè professionisti che hanno formazioni diverse tra loro, quando il criminologo è sì questo, ma anche più di questo messo insieme.
Quale sarà il riflesso pratico della normazione? “Che otterremo una certificazione a norma UNI, quindi dell’unico ente di normazione nazionale, che consentirà di riconoscere finalmente un’attività non regolamentata come quella del criminologo. I certificati saranno pubblici, avranno un numero e saranno in un elenco; e da quest’ultimo si dovrà attingere per trovare un consulente e un perito. Quindi chi non fa la certificazione non potrà lavorare come criminologo e nemmeno usare il titolo. Come avviene d’altronde per i security manager, che hanno dovuto fare corsi ed esami per acquisire il titolo, anche se lavoravano già da anni nel settore. Anche lì c’era lo stesso problema e si è risolto in qualche anno, normando la categoria appunto”.
In pratica, anche chi insegna criminologia o criminalistica, o già svolge questo lavoro, dovrà ottenere la certificazione per poter continuare a farlo. Chi ha conseguito un master, dovrà proseguire il suo percorso formativo. E quell’elenco sarà di fatto l’albo professionale che è sempre mancato, consentendo a tanti di dirsi criminologi senza motivo.
La normazione come si sta svolgendo? “Abbiamo innanzitutto avviato il processo presso l’UNI, acquisendo con la nostra domanda il diritto di prelazione sulla norma. Il processo si articola in 2 fasi, quella pre-normativa e quella normativa. Ora siamo in quella normativa e precisamente nella fase dell’inchiesta pubblica, in cui possono essere proposte modifiche tecniche al testo preparato dal Comitato Scientifico. Qui ci sarà il coinvolgimento delle associazioni di categoria”.
È nato così il progetto di norma UNI 1603734 (“Attività professionali non regolamentate – Criminologo – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza”), in conformità col Quadro Europeo delle Qualifiche (EQF – cioè lo European Qualifications Framework). Progetto di cui nel corso del 2019 terminerà l’iter, entrando dunque a norma.
E come si articoleranno le figure del criminologo e del criminalista? “Dunque, ci saranno più livelli, di cui l’ultimo sarà quello più impegnativo. Il primo livello è il criminologo basic, il secondo è quello expert e infine c’è il terzo, il senior, che si dividerà in due specializzazioni: criminologia e criminalistica. Si potrà entrare anche direttamente al terzo livello, se si hanno i titoli per l’accesso. Per ogni livello ci saranno infatti dei requisiti di accesso e poi il percorso di accreditamento: ad esempio, per entrare al terzo, come accesso ci vogliono una laurea di secondo livello o dottorato e un corso di alta formazione di 125 ore; per l’accreditamento, invece, ci vuole il Master e sostenere l’esame finale. Nel corso di alta formazione ci saranno tanti insegnamenti che andranno ad esempio dal cybercrime, alla protezione dei dati personali, allo studio del satanismo, a quello delle devianze, delle violenze domestiche, dei crimini economici ecc….Invece ad esempio ci saranno biometrica, medicina legale, balistica, repertamento per i criminalisti”.
Che il 2019 sia l’anno buono per dare maggiore dignità alla criminologia italiana?
di Fabio Sanvitale