La prima sezione penale della Cassazione ha pronunciato la sua sentenza: confermati gli ergastoli per Sabrina Misseri e Cosima Serrano, colpevoli di aver ucciso la sedicenne Sarah Scazzi il 26 agosto 2010 ad Avetrana (TA). Le due donne, rispettivamente cugina e zia di Sarah, erano già state condannate all’ergastolo dalla Corte di Appello di Taranto nel luglio del 2015.
La Corte dunque, ancora una volta, non ha creduto alle auto-accuse di Michele Misseri, zio della vittima e padre e marito delle due imputate.
Ieri il sostituto procuratore Fulvio Baldi aveva ribadito la sua convinzione circa la responsabilità di Sabrina e Cosima, spiegando così l’accaduto: “Sabrina era in uno stato di agitazione e nervosa frustrazione, accusava Sarah di aver contribuito alla fine della storia con Ivano Russo, di aver rivelato dettagli della sua condotta sessuale gettando discredito su di lei e sulla sua famiglia. La madre solidarizza, con un atteggiamento da ‘madre del Sud’. Ne nasce una discussione in cui Sarah risponde da quindicenne, scappa via, ma riescono a raggiungerla per darle la lezione che merita, una lezione evidentemente assassina. Poi danno ordine a Michele Misseri di disfarsi del corpo”.
I difensori delle due imputate, Franco Coppi e Roberto Borgogno, avevano invece sostenuto la colpevolezza esclusiva dello zio di Sarah Scazzi, Michele Misseri, che avrebbe agito con un movente sessuale: Misseri, di indole molesta, il pomeriggio di quel 26 agosto 2010 avrebbe importunato Sarah nel garage. “Sarah – spiega in aula l’avvocato Coppi – percepisce l’atto come molestia e minaccia di rivelarlo a Sabrina. Ecco perché la prende per il collo e la strangola in due secondi”.
La sentenza di oggi ha anche confermato la condanna a 8 anni di carcere per ‘zio Michele’, per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove.
Inoltre, 5 anni di carcere sono stati inflitti a Carmine Misseri (fratello di Michele) per concorso in soppressione di cadavere, e 1 anno e 4 mesi a Vito Russo jr e Giuseppe Nigro per favoreggiamento.
Si conclude così, dopo sei anni di processi, uno dei gialli più seguiti dall’opinione pubblica nazionale: il cosiddetto ‘delitto di Avetrana’. Per la povera Sarah Scazzi, finalmente, giustizia è fatta.
di Redazione