Era il 1971 e sembrò un film: un uomo ruba 200.000 dollari, dirotta un aereo, a un certo punto si butta col paracadute e il malloppo e svanisce nel nulla. Dici: qualche banconota l’avranno trovata, un osso, qualcosa? Macchè.
Era andata così: un tizio s’era presentato all’aeroporto di Portland, in Oregon, la mattina del 24 novembre 1971. Giacca, cravatta, impermeabile. Aveva comprato un biglietto di sola andata per Seattle, che è un volo di mezz’ora. Alle 14.50 il volo decollò. Una volta salito, l’uomo con calma si mise al posto 18C e si fece un bourbon. Poi dette un bigliettino ad un’assistente di volo: diceva che aveva una bomba e chiedeva 200.000 per non far saltare in aria tutto. Per inciso: 200.000 bigliettoni sono più di un milione di dollari di oggi. Fece anche un’altra richiesta: quattro paracadute. Aprì la sua valigetta e mostrò una serie di fili, cavi e altri aggeggi che spaventarono molto l’assistente. Il bello è che funzionò: all’aeroporto di Seattle ebbe tutto quello che aveva chiesto. Al pilota disse , atterrando, di spegnere ogni luce, per evitare che eventuali cecchini potessero individuarlo. Furbo. Liberò i 36 passeggeri, prese i dollari e i paracadute (rifiutò quelli militari e scelse quelli di tipo civile) e ripartì. Erano le 19.40 passate. Era buio. Pioveva. Lui si fece un altro bourbon e lo pagò. Dette al pilota altre indicazioni: volare a 3.000 metri, andare a una certa velocità, insomma, di volo ne sapeva. Dopo una ventina di minuti, tra Seattle e Reno, piazzò tutti in cabina, aprì un portellone, si mise un paracadute e ciao.
Il bello è che nessuno l’ha più trovato, anzi, non si sa nemmeno se Dan Cooper sia il vero nome del rapinatore. E’ solo quello che dette all’aeroporto…una sicura citazione di un omonimo personaggio dei fumetti, quello di un paracadutista. Insomma, un rapinatore col senso dell’umorismo. Vivo o morto? Bella domanda. Un cadavere non s’è trovato. Un paracadute nemmeno. Nel 1980 un bambino trovò vicino al fiume Columbia tre pacchetti di banconote da 20 dollari. L’FBI le analizzò e disse che facevano parte di quelle prese da Cooper. Certo che buttarsi in mocassini e impermeabile, di notte, su dei boschi, con un paracadute poco manovrabile come quello civile non era un bell’affare. Eppure: nessun cadavere, nessun paracadute.
Di lui, quarantacinque anni dopo, c’è un identikit, che nessuno ha riconosciuto. E’ andata a finire che l’FBI quest’anno ha smesso di cercarlo. Dan Cooper, dovunque sei: hai vinto.