Dopo sei intense ore di camera di consiglio, nel tardo pomeriggio di ieri i giudici della Corte di Assise di Arezzo hanno emesso la sentenza di primo grado nei confronti di Padre Graziano: condannato a 27 anni per omicidio volontario e occultamento del cadavere della cinquantenne di Ca’ Raffaello, Guerrina Piscaglia. La donna, scomparsa il 1° maggio del 2014 dalla piccola frazione in provincia di Arezzo, secondo quanto emerso dalle indagini aveva una relazione intima con il prete che in questi anni è risultato esserel’unico imputato e unico ritenuto coinvolto nella vicenda. Non sono quindi bastati i tentativi della difesa, presieduta dall’Avv. Riziero Angeletti, che il 14 ottobre scorso aveva tentato di smontare le tesi del Pm Marco Dioni.
Come vi avevamo già raccontato, gli elementi a favore erano il non ritrovamento di tracce scientifiche della morte di Guerrina che, secondo il legale Angeletti, era solita allontanarsi volontariamente da casa e le dichiarazioni di alcuni testimoni che hanno sostenuto di aver visto la donna camminare lungo la strada nell’orario in cui è stata ipotizzata la morte. A sfavore del prete erano, invece, i vari depistaggi di Padre Graziano durante le indagini, tra cui il messaggio inviato dal cellulare della donna al frate nigeriano, che viveva a Roma, che solo lui conosceva; Zio Francesco, l’uomo con cui, secondo il frate, Guerrina sarebbe scappata, ma che è risultato essere una figura fantomatica perché né lui, né altri sono mai riusciti a dare una descrizione e un identikit preciso; gli innumerevoli contatti telefonici (circa 4000 messaggi) tra i due che si sono interrotti subito dopo la scomparsa della donna e il pesante “arsenale porno” rinvenuto dal computer del religioso durante le indagini degli inquirenti. Considerate infine, da Dioni, inattendibili e contraddittorie le testimonianze di Francesca Mossi e Settimio Gabrielli che sostenevano di aver visto la Piscaglia ancora viva: “si sono smentiti da soli quando hanno ammesso di non essere certi che fosse lei”.
Una sentenza arrivata il giorno del compleanno di Guerrina Piscaglia: ieri, infatti, la donna avrebbe compiuto 52anni. Prima le parole del legale di Padre Graziano, l’Avv. Angeletti, che si è appellato al principio dell’oltre ragionevole dubbio in mancanza del quale non si può condannare, e poi la replica del Pm Dioni che, rivolgendosi ai giudici, ha chiesto di “scegliere fra la scienza e il nulla”, contrastando quanto detto dalla difesa ritenendo le sue tesi “fumo e nebbia”.
Padre Graziano resterà agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico presso il convento romano dell’ordine premostratense, fino a sentenza definitiva. I familiari della donna, soddisfatti della decisione presa dalla Corte di Assise d’Arezzo, hanno chiesto a gran voce il ritrovamento del corpo di Guerrina. Ed è anche su questo punto, il non ritrovamento del corpo, che la difesa ha annunciato il ricorso in Appello.
di Livia Ciatti