Sul web esistono siti molto popolari che vendono abitini carini a prezzi stracciatissimi o elettronica a costi più che convenienti: come resistere? Solo che poi ti arriva il pacco, apri e c’è una specie di fotocopia raggrinzita o sformata di quello che cercavi, dove il cotone diventa un poliestere stampato male: una truffa, in pratica. E magari ha anche cattivo odore. Oppure, trovi un pacco vuoto (il che, tra l’altro, giustifica a PayPal la vendita e rende difficile il rimborso ai clienti). Oppure, non arriva proprio nulla. Il punto è che internet è una cosa veloce e chi di noi perde tempo a fare controlli quando il sito sembra ok e il prezzo è giusto? Ecco perché questi siti di shopping online ci sono ancora. Aggiungete l’impossibilità per la giustizia italiana di fare male a uno che sta a Hong Kong, alla scarsa informazione di chi ci casca, alla velocità con cui questi siti colpiscono e chiudono. Forse, da oggi, dopo questo articolo, ci cascherete meno.
Qualche tempo fa se n’è occupato anche BuzzFeed News, a dimostrazione del fatto che il problema è internazionale. I ragazzi di BuzzFeed hanno scoperto otto siti di shopping online – Zaful, SammyDress, DressLily, RoseGal, RoseWe, TideBuy, Choies, e RomWe – che appartengono a un’unica società cinese, la ShenZhen Global Egrow E-Commerce Co. Non parliamo di bruscolini: nel 2014 la ShenZen ha fatturato una cifra pari a 176 milioni di euro e controlla altri 41 siti, tra cui wwww.gearbest.com, che vende giocattoli ed elettronica. 9 siti dei quali molti utenti si lamentano. Insomma, parliamo di truffatori organizzati su larga scala. Ma, se navigate, troverete sia pareri molto positivi che molto negativi su di loro: come si spiega? Un attimo, ci arriviamo.
Premesso che se si acquista in Cina a qualcosina bisogna stare attenti (è evidente che c’è differenza tra le taglie italiane e quelle loro, più piccole; la spedizione standard è lentissima e ci mette settimane; la bigiotteria è fatta con materiali così, per cui potrebbe arrivare danneggiata), prendiamo il blog di Nhvien. La blogger ci racconta i suoi acquisti su Rosegal e ne fa un racconto entusiasta. Nei commenti qualcuna è d’accordo e altre si lamentano, invece (merce mai arrivata, riempite di chiacchiere per spiegazione, “avevo ordinato varie cose…alcune non sono mai arrivate, altre erano completamente diverse dalla foto, più piccole e cucite malissimo”, “Comprato anch’io tre cose.. completamente diverse da quello che mi è arrivato !! non comprate da questa banda di ladri !!!!”). Ora, sarebbe ottimistico imputare tutta questa differenza solo al rapporto qualità/prezzo: costa poco, la qualità è poca.
La situazione è diversa. Chiara R. ci ha raccontato la sua esperienza con lo stesso sito di shopping online: “Mi sarei dovuta far venire qualche dubbio già quando ho visto la foto nella conferma di invio: sembrava scattata dentro un appartamento. Però mi sono fidata. Quando la busta è arrivata, quello che c’era dentro era proprio diverso da quello che avevo ordinato. I colori, la taglia, il modello. Una fregatura, insomma”. Ma il gruppo Egrow non è il solo: le stesse lamentele esistono su TBDress, ad esempio, e ovviamente queste cose succedono anche da noi.
Nel 2012 l’Aeci, una associazione di difesa dei consumatori, ha fatto chiudere 4 siti-truffa. Partite iva false, false date di inizio attività, nessun oggetto mai spedito a nessuno: una truffa basata sul mordi-e-fuggi, stare aperti alcuni mesi, razziare il razziabile e via. Secondo i loro calcoli sono un migliaio quelli che hanno preso la sòla da www.hightechonline.it, 450 da www.audiovideomania.it, 250 per da www.tvefoto.it. 1.700 persone: e parliamo solo di tre siti! E ce ne sono.
Pensiamo a www.eletroniccenter.it, www.jackshop.it, www.mediatechstore.it, www.miotech.it, www.gotronic.it, www.hitronic.it, www.mistertop.it, www.cornertech.it, www.hessishop.it, www.stopstore.it (molti altri li trovate QUI e QUI). Alcuni di loro si assomigliavano graficamente e avevano lo stesso titolare. Tutti questi siti di shopping online hanno abbassato la saracinesca dopo essersi lasciati dietro una lunga scia di lamentele e insulti.
Ma se le cose stanno così, com’è che RoseGal viaggia verso i 9 milioni di like e DressLily verso gli 8? Perché hanno una tecnica, la stessa che spiega l’alternanza di recensioni positive e negative. Miscelano spedizioni corrette con spedizioni-truffa. Il fatto che ci siano milioni di like vuol dire che evidentemente a due terzi dei clienti arriva merce giusta e a un terzo farlocca. Non c’è niente di nuovo: è il gioco delle tre carte. Il truffatore all’inizio ti fa vincere e poi ti fa perdere. Illusione e castigo, in versione digitale. A dimostrazione che la tecnica è questa, la stessa Nhvien ha successivamente preso una sòla da Sammydress a maggio 2016, come racconta lei stessa. E le è andata pure bene, visto che di Sammydress, ad esempio, molti si lamentano che non sia arrivato assolutamente nulla…
Un’altra blogger, Fanni, che dichiara onestamente di aver iniziato una collaborazione con RoseGal, ha ricevuto tutto perfettamente (e vorrei vedere…).
Ecco allora 10 regole da seguire per comprare felici e contenti sui siti di shopping online:
1.verificate che il sito mostri la sua partita iva, un indirizzo fisico, un numero di telefono fisso (e non un cellulare perennemente irragiungibile). Controllate se la partita iva esiste realmente e di chi è (alle volte la copiano da una ditta ignara) sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
2. controllate la loro ragione sociale. Dicono di essere aperti dal 1993, sarà vero? Il registro delle imprese può aiutarvi.
3. insospettitevi se richiedono pagamenti solo tramite bonifico: favorisce il mordi-e-fuggi. Ricordate anche che il contrassegno non vi consente di verificare il contenuto del pacco e allunga i tempi di un eventuale rimborso. E che avere un rimborso da Paypal non è così automatico come credete: per loro basta che il pacco (pieno o vuoto) sia stato spedito, non possono sapere chi dei due ha ragione.
4. insospettitevi se richiedono una soglia minima di acquisto
5. verificate cosa si dice nei forum, che sono un mezzo di democrazia e non fermatevi ai primi pareri. Ne va dei vostri soldi. Scrivete il nome del sito su Google seguito da “truffa” e vedete se esce fuori qualcosa, magari qualcuno è già stato fregato.
6. andate su http://whois.domaintools.com , inserite l’indirizzo web del sito e controllate da quanto tempo esiste: se la data è troppo recente, occhio! Se dicono di avere sede a Bergamo e il proprietario sta in Cina, occhio!
7. se vi chiedono di pagare su un conto bancario intestato a una persona fisica e non alla società che vende, è una truffa. Se vogliono i soldi su una Postepay, idem. Se la sede della società è a Bologna e chiedono di pagare a Marsala, idem.
8. su Facebook ci sono anche pagine e gruppi creati allo scopo di mettervi in guardia, come questa https://www.facebook.com/Rosewholesale-Scam-1428828810722465/?fref=photo o questa https://www.facebook.com/SammyDress-is-a-Scam-157503891026476/ .
9. Usate Google Maps per vedere se all’indirizzo dove hanno sede c’è davvero il loro negozio o una gelateria o –succede- l’ indirizzo è inesistente.
10. Mettete su Google Photo le immagini del prodotto che volete, per vedere se sono prese da un altro sito di vendite: se è così, uno dei due è una truffa.
di Fabio Sanvitale