No, non è affatto chiaro come sono andate le cose a Caivano. Dopo le accuse delle figlie di Marianna Fabozzi nei confronti di Raimondo Caputo, cristallizzate nell’incidente probatorio di giugno scorso, la situazione per la Procura di Napoli è definita, ma ci sono diversi dubbi da chiarire ed è possibile che le cose non siano affatto andate come detto dalle bambine. Riassunto: quel giorno, Chicca va a trovare la sua amica Dora, al settimo piano, ma lei sta aiutando la madre a fare le pulizie. Chicca dice che scende, allora, per cambiarsi le scarpe che le fanno male. E invece, qualche minuto dopo vola giù. Il terrazzo da cui l’hanno buttata è all’ottavo.
Rimettiamo insieme tutte le contraddizioni.
- Nel primo interrogatorio Dora, la figlia più grande della Fabozzi (ma che mostra meno dei suoi undici anni), dice che ha visto Caputo seguire la bambina, cercare di violentarla standole sopra e al suo rifiuto buttarla giù. In incidente probatorio però dice una cosa molto diversa: che ha sentito che la buttava giù. Nonostante giornali e siti si siano affannati a scrivere che Dora aveva confermato le accuse, non è la stessa cosa! Ha visto o solo sentito? E sentito cosa, se nessuno nel palazzo e per strada ha sentito nulla? Chicca è caduta senza un grido, in qualche secondo. E non presenta alcuna traccia dell’eventuale contatto col catrame infuocato che sta sul pavimento del terrazzo.
- Si è parlato di una nuova teste, un’altra bambina. E’ amica di una delle figlie della Fabozzi. La sua testimonianza però non sposta la questione, perché riferisce quello che la sua amica le ha riferito, quindi non è qualcosa di totalmente nuovo.
- Ci sono tre testi che dicono che Caputo (classe ’72) era in strada, al momento del volo di Chicca. L’affermazione è dell’avvocato Pisani, che difende Mimma, la madre di Chicca.
- Dora riferisce di aver visto una tentata violenza, ma questo cozza con altri due elementi. Il primo è che di questa violenza tentata non c’è traccia in autopsia. Il secondo è che Chicca è atterrata con le mutandine regolarmente indossate, quindi?
- Il pubblico ministero e la psicologa hanno fatto diverse domande in modo suggestivo e direttivo, in sede di interrogatorio della bambina, restringendo il campo delle sue risposte e facendola scegliere tra due/tre risposte (“Chicca è uscita con qualcuno? E’ uscita da sola?”. Oppure: “Era in piedi, seduta, sdraiata?”. Oppure: “E’ mai successo che Caputo ti abbia detto che era stato lui?”. Deve dirlo lei, non loro). Certo volevano avere risposte non sfumate, ma in questo modo hanno suggerito a Dora di scegliere solo tra quelle risposte. Difficile avere la verità da una bambina, così.
- La stessa autopsia lascia aperti diversi dubbi. Se Chicca non era stata sottoposta a violenze recenti ed era arrivata solo da un paio di settimane nel palazzo, chi è il violentatore? Dove sono iniziate le violenze?
- Le tre bambine sono coerenti nell’accusare Caputo: descrivono gli stessi “giochi”, le stesse modalità. L’uomo sembra insomma spacciato per quanto riguarda le violenze, ma è anche l’assassino di Chicca?
- A questo punto, torna il dubbio che avevamo espresso sul ruolo di Marianna Fabozzi. Dora disse nell’interrogatorio che era salita con la mamma sul terrazzo e lì aveva visto. Ma, ripetiamo, salite a fare che? Perché avevano seguito Caputo e Chicca? Il dubbio dell’avvocato Pisani è questo: e se fosse stata la Fabozzi a buttare giù la bambina? La stessa Fabozzi che è indagata per la morte di suo figlio Antonio, caduto da una finestra dello stesso palazzo, nell’aprile dell’anno prima. Non violiamo nessun segreto se diciamo che la Fabozzi è psicotica.
- Sul perché, eventualmente, la Fabozzi dovrebbe aver ucciso e Dora la starebbe coprendo si possono fare molte ipotesi, che si scontrano tutte col fatto che nessuno di noi sta o può stare nella sua mente. E’ molto più ragionevole immaginare, invece, che trauma ulteriore possa essere per una bambina dire quello che ha fatto sua madre, se lo ha fatto.
Insomma: di sicuro, c’è solo che Chicca è morta.
di Fabio Sanvitale
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