Cosa succede nella vicenda Cucchi? Ci sono delle immagini 3D di una vertebra che appaiono e scompaiono. Sono quelle della vertebra L3, intorno a cui ruota tutta la vicenda: aveva solo una vecchia frattura? Ne aveva anche una nuova? Queste immagini in 3D (elaborate dal professor Fineschi col sistema OsiriX: consente di evidenziare e colorare in modo diverso, a partire da una Tac, i vari tessuti, di ruotare la vertebra e vederla da varie angolazioni) sono state depositate in Procura il 15 settembre scorso da Ilaria Cucchi, insieme alla consulenza informale del professor Carlo Masciocchi, presidente della Società Italiana di Radiologia Medica, secondo cui una frattura recente c’è. Ma il deposito delle immagini, oggi, viene assolutamente negato dall’avvocato Fabio Anselmo, che rappresenta i Cucchi. Perché? E che importanza hanno queste benedette immagini? Ce l’hanno, perché a dicembre scorso la nuova inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi ha puntato sul pestaggio che avrebbe subito nella caserma dei carabinieri Appia, individuando cinque militari (tre autori del pestaggio e due che avrebbero coperto). È qui il problema. Se c’è solo la vecchia frattura, non c’è nessun nesso causale tra il pestaggio e la morte di Cucchi, avvenuta a ottobre 2009. Se ce n’è anche una nuova, il nesso potrebbe esistere come no; e allora per loro la faccenda potrebbe diventare molto seria. Tra vecchia e nuova potrebbe esserci, insomma, la stessa differenza che passa tra lesioni personali e omicidio. Ci siamo capiti.
Anselmo, da noi interpellato, afferma che il cd contiene “la Tac con l’elaborazione OsiriX, ma non sono fotografie, le immagini in 3D non appartengono a quel deposito”; non capiamo. Non sono fotografie, sono dunque immagini ruotabili? Sul frontespizio del deposito c’è scritto chiaramente “elaborazioni fotografiche OsiriX”. E ci risulta che gli avvocati dei carabinieri abbiano le stesse immagini –ottenute al momento di avere copia del fascicolo Gip. Dunque, la parte civile ha depositato quelle immagini, da cui adesso prende le distanze.
Il 15 settembre 2015, giorno del deposito, l’inchiesta per la morte di Stefano Cucchi era in un momento assai delicato, perché la Procura stava procedendo già dal luglio precedente – e avrebbe continuato fino a dicembre- a interrogatori e interrogatori di carabinieri per accertare se il pestaggio era avvenuto davvero. Negli stessi giorni l’avvocato Anselmo commentava in tv un’immagine 3D della vertebra (potete vedere il servizio qui). Mentre su altri siti appariva ancora la stessa immagine già commentata in tv, talvolta a corredo di interviste di Anselmo e Cucchi (come qui, qui e qui). E quelle immagini sono state l’ariete per convincere l’opinione pubblica. Altro fatto sorprendente è che le stesse immagini che hanno gli avvocati dei carabinieri non le ha il Gip, Elvira Tamburelli, che più volte, in atti ufficiali e in riunioni, ha ribadito che non sono assolutamente nel suo fascicolo. C’è, anche qui, qualcosa che non va.
Sulla consulenza Masciocchi è in corso un incidente probatorio: è stato affidato a un perito (il professor Francesco Introna, di Bari) il compito di capire come stanno le cose. Tornando a Bomba: se l’immagine 3D è stata depositata, dev’essere oggetto anche lei della perizia Introna, se non lo è, no.
Ma qualcosa di strano accade anche qui, perché il professor Introna ha tirato fuori dal cilindro anche lui un’immagine 3D della vertebra, asserendo di averla trovata sul web. Introna non ha detto esattamente dove e ha fatto intendere che comunque la valuterà nella sua perizia, chiedendo a tutti di aiutarlo a capire da dove viene. Anselmo afferma di “non aver depositato quelle immagini”, cioè quelle trovate da Introna. Il Gip ha già risposto a Introna che non fanno parte del suo fascicolo, quindi sono inutilizzabili. Sì, ma ne fanno parte oppure no?
Se tutti vogliono usare il 3D per dimostrare che la vertebra era rotta o era sana, allora è davvero il caso che si metta un punto a questa storia. La strada della verità sulla morte di Stefano Cucchi passa anche da qui. Quel punto dovrebbe arrivare con il deposito della perizia Introna, che è prevista per fine settembre-inizio ottobre.
di Fabio Sanvitale