E adesso vogliono riesumare i corpi di Antonio Giglio e Fortuna Loffredo, i due bambini di Caivano precipitati dallo stesso palazzo, il primo nel 2013, la seconda nel 2014. Sono due iniziative che partono dall’avvocato Angelo Pisani (che rappresenta tutti i familiari della bambina) e hanno obiettivi precisi. Vediamo quali: cosa possiamo aspettarci e cosa no?
Riesumare Antonio Giglio. La richiesta è già stata depositata e vedremo cosa deciderà il Pm. Si tratterebbe, secondo Pisani, di capire se le lesioni ossee riportate dal bambino possono dire qualcosa di più sulla dinamica e sulle cause di morte. Se il bambino è stato “semplicemente” gettato di sotto, sarà tuttavia difficile che i traumi ossei dicano qualcosa di particolare: verosimilmente, confermeranno o meno che la caduta è compatibile con l’altezza da cui è precipitato (cioè il settimo piano). Il suo cadavere potrebbe invece dire di più, se la morte fosse dovuta ad altra causa o se anche lui avesse subito violenza. Teniamo tuttavia conto che sono passati tre anni. All’epoca della morte di Antonio, Chicca frequentava già casa Fabozzi e Dora, figlia di quest’ultima, era già amica sua. La Fabozzi è attualmente indagata per omicidio volontario per la morte di Antonio.
Riesumare Fortuna Loffredo. La richiesta, che verrà depositata, nasce dall’incidente probatorio svoltosi la scorsa settimana a Napoli, in cui le figlie di Marianna Fabozzi hanno confermato da un lato le accuse a Raimondo Caputo, e dall’altro non hanno chiarito i dubbi che tutti hanno sulla ricostruzione di quei momenti fatali. Durante l’incidente, peraltro, sono state poste loro le stesse domande che noi avevamo pubblicamente fatto qui e qui, a dimostrazione che non erano affatte campate in aria. Ma non sono arrivate risposte chiare e d’altronde la testimonianza dei minori è delicatissima: se poni male le domande fai danno, se pressi troppo fai danno. L’elemento nuovo è che una delle bambine ha detto di aver visto Chicca come intontita, incosciente, quando era sul tetto. Ma è la stessa bambina che aveva detto che Chicca reagiva al tentativo di violenza di Caputo, che scalciava. Come vedete, sono due cose completamente diverse e bisogna entrare nella logica che forse non sapremo mai com’è andata davvero. L’idea di Pisani è quella di riesumare Chicca per cercare tracce di un eventuale anestetico. Ma anche per vedere se ci sono tracce di dna di qualcun altro su Chicca: e questa è una buona idea, visto che nelle intercettazioni Caputo si preoccupava così tanto di aver lasciato sulla bambina il suo sudore.
Terzo motivo per riesumarla: esaminarne le unghie. Qui dobbiamo aspettarci poco. La pratica medico-legale, infatti, ci dice che si tratta di un’analisi spesso più votata allo spettacolo televisivo che alla sostanza, perché statisticamente poche volte si trova qualcosa di importante sotto le unghie di una vittima. Quarto motivo: stabilire l’impatto della caduta sulle ossa della piccola, per vedere se è precipitata da un piano inferiore. Questo esame ci pare superfluo: Chicca, lo si desume dall’autopsia, ha avuto una “precipitazione podalica”, cioè è caduta in piedi; e questo spiega perché le sue fratture, per quanto curioso, non coinvolgono il cranio. E sono le tipiche fratture di una caduta da oltre i dieci metri.
Comunque vada, quello di Caivano è un orrore che vorremmo lasciarci tutti alle spalle al più presto; e che invece, purtroppo, ci accompagnerà ancora per un bel pezzo.
di Fabio Sanvitale