Ci sono voluti otto interminabili anni per stabilire la verità, almeno quella processuale, sul delitto di Garlasco: Alberto Stasi è stato condannato. La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza d’Appello: 16 anni. Una decisione arrivata a sorpresa poco fa, dopo che ieri il sostituto pg della Cassazione Oscar Cedrangolo aveva chiesto l’annullamento con rinvio della sentenza di Appello Bis. Una richiesta che sembrava dar seguito al ricorso presentato dalla difesa di Stasi. E invece no.
Una vicenda lunga, estenuante, sia per l’imputato che per la famiglia della vittima. Nel 2009 Alberto Stasi era stato assolto una prima volta per insufficienza di prove. La sentenza era stata confermata anche in Appello nel 2011. Poi, a sorpresa, nel 2013 la Cassazione aveva annullato l’assoluzione e ordinato di rifare l’Appello. E infine, esattamente un anno fa, la prima condanna: Alberto Stasi si era preso 16 anni nell’Appello Bis.
Alberto Stasi è stato condannato, dunque. Per l’ex studente bocconiano si apriranno ora le porte del carcere. E’ lui l’assassino della sua fidanzata, Chiara Poggi, massacrata la mattina del 13 agosto 2007 da una persona che sicuramente conosceva, visto che gli ha aperto la porta di casa in pigiama. La ragazza, probabilmente, aveva scoperto l’enorme quantità di materiale pedopornografico presente sul computer del fidanzato e, per questo, era diventata un pericolo da eliminare.
“Sono emozionata” ha dichiarato la mamma di Chiara, Rita Poggi, “dopo le parole del procuratore eravamo un po’ pessimisti, ma giustizia è stata fatta, ma non bisogna mai dimenticare che questa è una tragedia che ha colpito due famiglie”.
di Redazione