Sono diventati tanti, sono diventati troppi. I furti di farmaci dagli ospedali sono la storia che vi raccontiamo oggi. Una storia di camorra, di personale corrotto, di gente venuta dall’est e di cliniche che si ricomprano senza saperlo i farmaci rubati ad un’altra clinica…
Una ricerca di Transcrime, il Centro di ricerca sulla criminalità transnazionale della Cattolica di Milano e dell’Università degli Studi di Trento, ha messo a fuoco la situazione tra il 2006 e il maggio 2014. 110 i casi di furti negli ospedali italiani, in tutto, ma che progressione! 22 dal 2006 al 2012, poi 51 solo nel 2013, 37 solo negli ultimi 5 mesi considerati dalla ricerca. Un fenomeno che cresce e che fino al 2011 praticamente non esisteva. Non parliamo di robetta: ma di un danno alle casse dello Stato da 22 milioni di euro, una cifra ampiamente sottostimata, sia perché non si conoscono i piccoli furti, quelli da una scatola o due, sia per la propensione dell’ambiente medico a gestirli internamente, per evitare danni di immagine.
Così, i furti di medicinali crescono, perché la popolazione invecchia ed aumenta la spesa farmaceutica. E poi, quelle scatolette sono facili da trasportare. Gli arresti, d’altronde, sono pochi e si rischia meno che col traffico di droga. La tracciabilità dei farmaci, infine, per quanto introdotta per legge, non riesce ad arginare il fenomeno.
Farmaci oncologici (32 furti), immunosoppressori (13), antireumatici (12): questi i più rubati. Ma anche viagra e dimagranti, tutta roba che ha un bel mercato. Sono quelli che costano di più e fanno più profitti. Sono i farmaci “classe h”, che possono essere usati solo negli ospedali (e quindi non sono venduti in farmacia) e sono a intero carico del servizio sanitario nazionale. Quindi, vuol dire che le medicine “classe H” possono essere rivendute, da fornitori disonesti, solo a ospedali o cliniche, in Italia o all’estero, che non sanno (o sanno) cosa stanno comprando. Sono rivendute però anche nei nuovi mercati, cioè sul web, anche perché in questa classe ci sono farmaci usabili nel doping. E sono rivendute insieme alle medicine contraffatte, che rappresentano ancora un altro problema. Avvengono nel 44% dei casi in inverno, probabilmente perché un conto è portare in giro dei farmaci col freddo e un conto far squagliare la refurtiva col caldo. Non ci sono dati ufficiali, in Italia: segno che il problema è totalmente sottovalutato (anche se quella di Transcrime è la prima ricerca del genere in Europa). Un problema da 22 milioni di euro, però.
E dove succedono questi furti? Campania e Puglia coprono da sole il 45% del totale, quindi pensiamo subito alla criminalità organizzata: camorra e gente che viene dall’Est. Segue il Molise. Il Federico II di Napoli (nella foto) è l’ospedale col maggior numero di furti: ben 5 tra 2006 e 2012, un record. Anche al Cardarelli di Campobasso non scherzano, tre casi. Un record anche quello del San Paolo di Bari, dove c’è stato un mega furto da 1 milione di euro, una cosa immane. E’ evidente che le misure di sicurezza non devono essere un gran che. Sono comunque più colpiti gli ospedali più grandi, con maggiore turnover del personale. E qui sta un punto dolente, perché se il 28 % dei furti coinvolge falso personale, il resto implica un basista. Personale corrotto, che apre le porte ai ladri in cambio di una busta piena di biglietti da cento euro, belli croccanti.
Un’indagine dei Carabinieri sui furti di Herceptin (un anti- cancro) ha portato alla scoperta che le partite rubate erano state rivendute a farmacie e fornitori in Gran Bretagna, Germania, Spagna, Portogallo, Olanda, Finlandia, Italia, dopo essere state ripulite in Lituania, Slovacchia, Ungheria, Italia, Slovenia e Romania. Trasformate cioè in farmaci appena usciti di fabbrica, mai immessi sul mercato. E’ un giro di criminalità internazionale, che si muove su scala europea. D’altronde, in certi paesi i pazienti vogliono comprare a basso prezzo quelle medicine che non sono rimborsate dal SSN. Mentre, in altri paesi, le stesse medicine sono rivendute a un prezzo più alto, dipende. Se non si sveglia l’Europa, questi affari continueranno a lungo.
di Fabio Sanvitale