Ce ne vuole di fantasia per essere HH Holmes, ce ne vuole tanta. Alla fine dell’800 a Chicago c’era una grande fiera, grandissima. Holmes pensò di costruire un edificio da usare come albergo per i turisti che sarebbero arrivati in città e come base delle sue attività commerciali. In realtà era un labirinto di tre piani, dove i corridoi facevano strani giri, le stanze si accavallavano, avevano doppie porte, uscite che davano su entrate, botole che si aprivano improvvise, camere senza finestre, passaggi segreti e scale verso il nulla; e una cantina nascosta nella quale accedeva solo lui. E dove c’era una grande, grande cosa in muratura, che era poi un forno crematorio. E una vasca piena di acido. Un posto tale non poteva che passare alla storia del crimine come “The Holmes Castle”. Quello che è successo dopo, Dio solo lo sa. Ad oggi, una stima precisa delle vittime di Holmes – che ufficialmente era un farmacista – non esiste. Sì, una mente umana aveva preparato e disegnato negli anni tutto questo, pensandoci tutti i giorni, facendo diventare di mattone le sue fantasie. E vivendole fino all’ultima goccia di sangue.
Tanto per iniziare, lui non si chiamava HH Holmes, ma Herman Webster Mudgett. Il primo inganno era già nel nome. Le vittime accertate sono 27; su internet leggerete anche di 200 ma si sa, la si spara grossa nel web. D’altronde, potrebbero essere di più, ma appunto: nessuno lo sa. Le ossa trovate erano di maschi e femmine diversi, tutti clienti del suo albergo. Si dice che le stanze fossero insonorizzate, che molte potessero essere sigillate dall’esterno, tramutandosi in piccole camere a gas in cui uccidere le vittime in silenzio. Che rivendesse gli scheletri all’Università di Chicago.
Holmes era il prototipo, diremmo oggi, del serial killer per profitto. Aveva cominciato a uccidere prima di costruire il Castello; sempre per guadagnar soldi. Erano la sua ossessione, come le truffe assicurative, che d’altronde all’epoca era relativamente facile fare, visto che le compagnie facevano difficoltà a scoprire il trucco.
Accerchiato dai creditori, Holmes fuggì da Chicago nel 1894 e un suo complice, Pitezel, cui aveva ucciso parenti e fidanzata, dette fuoco al Castello. Qualche ragione ce l’aveva. Incredibilmente, nessuno si accorse di nulla. Nessuno vide cosa c’era sotto le rovine. Anzi, nessuno cercava Holmes, che continuò a frodare assicurazioni ed uccidere, finchè la polizia non si mise sulle sue tracce. E fece appena in tempo, perché stava per imbarcarsi per l’Europa. Fu solo in carcere che parlò e gli agenti rivoltarono meglio le macerie, scoprendo quel che c’era da scoprire; Pitezel parlò. Non tutto poteva essere verificato, in mezzo a quelle rovine fumanti, ma la leggenda crebbe e si fortificò.
L’hanno impiccato nel 1896.