Non era stata una “morte da prima pagina” quella di Anna Maria Stellato, per gli amici semplicemente “Luna”. Avrebbe avuto tutti gli ingredienti per essere il giallo dell’estate 2012, ma – purtroppo o per fortuna – nessun riflettore si era acceso sul volto di quella 24enne residente a Chiavari (Genova), trovata cadavere in mare, a 50 metri dalla spiaggia di Torre Pedrera, Rimini. Era una ragazza difficile Anna Maria, con un passato e forse anche un presente di tossicodipendenza: basta questo, agli occhi di molti, per rendere colpevole anche una vittima.
L’autopsia aveva stabilito che la giovane era morta per edema polmonare conseguente ad annegamento, nessun segno di violenza sul corpo, tranne qualche ecchimosi compatibile con la dinamica della morte. Pochi giorni dopo la svolta: gli inquirenti erano risaliti a un tunisino, Zakaria Ismaini, l’ultima persona ad aver visto Anna Maria viva nella notte tra il 13 e il 14 luglio 2012. Ismaini, collaborativo, si era rivelato ben presto il supertestimone della vicenda: aveva raccontato le ultime ore di Anna Maria e aveva fatto anche il nome del pusher che le aveva venduto la dose di eroina.
Quella sera Anna Maria, che alloggiava a Rimini nella casa vacanze della nonna, si trovava sulla spiaggia di Torre Pedrera in compagnia di altri ragazzi. Lei, come abbiamo detto, aveva assunto eroina, mentre gli altri si erano fumati degli spinelli. A un certo punto il gruppo si era diviso. Anna Maria, secondo quanto raccontato dal supertestimone, aveva deciso di fare un bagno. Zakaria l’aveva seguita per un po’, poi però la giovane, colta da malore, era finita sulla scogliera frangiflutti. Zakaria l’aveva raggiunta e trovata agonizzante, così, spaventato le aveva tolto e portato via i suoi oggetti personali (compresi i vestiti, visto che Anna Maria verrà trovata con indosso solo il reggiseno, mentre le mutandine sfilate galleggiavano a poca distanza) ed era scappato a casa. Il mattino seguente aveva appreso dalla stampa la notizia della morte della ragazza. Grazie alla testimonianza di Zakaria, il pusher era stato arrestato e condannato in primo grado a tre anni e mezzo di reclusione per la morte di Anna Maria Stellato, come conseguenza non voluta del reato di spaccio. In Appello, però, era stato assolto dall’accusa di omicidio. Zakaria Ismaini se l’era invece cavata con una denuncia per omissione di soccorso.
Di lui non sentiremo più parlare fino a pochi giorni fa, quando si fa strada un’ipotesi che mette i brividi: Zakaria Ismaili potrebbe essere un serial killer.
Il 16 febbraio 2015 Zakaria viene fermato a Catania con l’accusa di essere l’assassino di Letizia Consoli, una cinquantenne trovata morta nove giorni prima sul lungomare La Plaia (Catania). Zakaria confessa di aver colpito la donna alla testa al culmine di una lite, di averla trascinata in mare e di aver dato fuoco al bungalow dove la Consoli alloggiava. Ma non è tutto: il tunisino è già indagato per un altro omicidio, commesso con modalità simili il 13 novembre 2014 a Latiano, in provincia di Brindisi. In questo caso la vittima è Cosimo Mastrogiovanni, il cui cadavere era stato trovato carbonizzato all’interno della sua villa.
Indagando sul passato di Zakaria Ismaini, grazie anche alla scrupolosità di un cronista del Corriere Romagna, si giunge al caso di Anna Maria Stellato, così lontano geograficamente dagli altri due delitti eppure, per molti versi, accostabile a essi. Curiosa coincidenza, infatti, che Zakaria conoscesse anche Anna Maria e che fosse con lei al momento della sua morte, e curiosa coincidenza che l’omicidio di Rimini e quello di Catania siano stati commessi con un modus operandi così simile.
Per ora sono solo ipotesi, su cui la Procura di Rimini ha deciso di vederci chiaro aprendo un nuovo fascicolo, questa volta per omicidio volontario, che vede indagato il trentaduenne tunisino. Guarda caso in pochi giorni, riesaminando atti e intercettazioni, sarebbero già emersi alcuni elementi compromettenti, che avvalorerebbero la tesi di un suo coinvolgimento in prima persona anche nella morte di Anna Maria. Zakaria Ismaini, dunque, potrebbe essere un serial killer e non è escluso che possano esserci anche altre vittime. Probabilmente, se si fosse indagato un po’ più a fondo nel 2012, a quest’ora ci sarebbero due morti in meno.
di Valentina Magrin