12 settembre del 1993: sono trascorsi ben 21 anni dalla sparizione di Elisa Claps, il cui corpo venne ritrovato nel 2010 nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza, ma ora, finalmente, la sua famiglia ha ottenuto giustizia. Lo scorso 23 ottobre la Cassazione ha confermato la condanna a 30 anni di carcere per Danilo Restivo, il ragazzo con il quale Elisa aveva un appuntamento proprio la mattina della sua scomparsa. Nei suoi confronti non è stata riconosciuta, per mancanza di prove, l’aggravante della crudeltà. Lo stesso Restivo sta già scontando in Inghilterra una pena di almeno 40 anni di carcere per aver ucciso nel 2002 Heather Barnett, una sarta di Bournemouth, sua vicina di casa. Si pensa sia stata proprio questa la mossa falsa che ha sbloccato la risoluzione delle indagini che si protraevano in Italia da ben 17 anni.
I FATTI – È la mattina del 12 settembre 1993 quando la sedicenne Elisa Claps scompare misteriosamente dal centro di Potenza, dove si era recata per una passeggiata verso la Basilica della Santissima Trinità. Qui avrebbe dovuto incontrare Danilo Restivo, un ragazzo più grande di lei che le aveva chiesto un appuntamento.
Da quel momento Elisa Claps sparisce. Iniziano a susseguirsi voci e avvistamenti della ragazza in tutta Italia e non solo. Le ipotesi vagliate sono molteplici ma nessuna di queste trova concretezza. A poche ore dalla scomparsa di Elisa, Restivo si presenta al pronto soccorso dell’ospedale di Potenza per farsi medicare una profonda ferita ad una mano che sembrerebbe provocata da un’arma da taglio. Il ragazzo sostiene di essere scivolato. Anche i vestiti di Danilo sono visibilmente sporchi di sangue, ma non viene data l’autorizzazione al sequestro degli stessi.
A sua difesa, Restivo afferma di aver incontrato Elisa Claps e di aver parlato con lei del più e del meno. Elisa, sempre secondo le dichiarazioni del ragazzo, gli avrebbe palesato il timore che provava per un uomo che l’aveva importunata poco prima di entrare in chiesa.
Solo un anno dopo, il 10 settembre del 1994, Danilo Restivo verrà arrestato per false dichiarazioni. Trascorre ancora un anno e, nel marzo 1995, viene condannato per lo stesso motivo.
Nel frattempo, si susseguono le false piste e gli avvistamenti della ragazza, che arrivano fino all’Albania e dal Sudamerica: da qui giunge un messaggio che avrebbe scritto la stessa Elisa ai genitori affermando di essersi nascosta. Gli investigatori scopriranno che il messaggio, ovviamente falso, era stato mandato proprio da Restivo, il quale nel frattempo se n’era andato dall’Italia per trasferirsi in Inghilterra, a Bournemouth per la precisione.
Qui, il 12 novembre 2002, viene trovata morta una sarta di 40 anni vicina di casa proprio di Danilo Restivo. Un omicidio che, seppur a migliaia di chilometri dall’Italia, ha un filo conduttore con la vicenda misteriosa di Elisa Claps.
Heather Barnett viene trovata morta nella sua vasca da bagno, massacrata a colpi di forbice e con in mano una ciocca di capelli. Restivo, fin da quando viveva a Potenza, era noto per il suo “vizietto” di tagliare ciocche di capelli alle ragazze. La polizia inglese di Scotland Yard punta quindi subito le attenzioni su di lui, ma anche in questo caso non si arriva a nulla di concreto.
Nel frattempo, a Potenza la famiglia di Elisa Claps continua ad insistere affinché vengano riperse le indagini sulla morte della ragazza; in particolare il fratello di Elisa, Gildo, punta l’indice contro Restivo e denuncia azioni da parte del mondo ecclesiastico di Potenza volte a non fare piena luce sull’accaduto.
Il 14 settembre 2009 gli agenti inglesi che indagano sul delitto Heather Barnett vengono a Potenza per interrogare alcune persone coinvolte a vario titolo nel caso di Elisa Claps.
Alcuni mesi dopo, il 17 marzo 2010, all’interno della chiesa Santissima Trinità (la stessa dove era avvenuto l’incontro tra Elisa e Danilo nel 1993) vengono rinvenuti resti umani. Li trova per caso un operaio che stava svolgendo alcuni lavori di manutenzione nel sottotetto. È il corpo di Elisa Claps.
Sul cadavere sono ancora ben riconoscibili gli occhiali, l’orologio, le scarpe indossate dalla ragazza al momento della sparizione e un maglione fatto a mano dalla madre. L’autopsia accerterà che Elisa è stata colpita al torace diverse volte con un’arma da taglio e quindi finita per soffocamento.
Nel frattempo, il 20 maggio 2010 Danilo Restivo è tratto in arresto in Inghilterra per l’altro omicidio, quello di Heather Barnett. Esattamente una settimana dopo, il 27 maggio 2010, la magistratura di Salerno dispone l’arresto per Restivo in quanto ritenuto responsabile della morte di Elisa Claps.
Alcune perizie eseguite dai Ris confermeranno la presenza del dna di Restivo sulla maglia di Elisa Claps. Parallelamente, inizia il processo in Inghilterra mentre la Procura di Salerno chiude le indagini chiedendo il rinvio a giudizio per Danilo Restivo.
In Inghilterra Restivo viene condannato all’ergastolo per l’omicidio di Heather Barnett: è il 30 giugno 2011. Pochi giorni dopo a Potenza si tengono i funerali della povera Elisa Claps.
L’11 novembre 2011, anche la giustizia italiana emette il suo verdetto; al termine del processo a suo carico, svolto con rito abbreviato, Danilo Restivo è condannato a 30 anni di reclusione per l’omicidio di Elisa Claps.
L’ 11 marzo 2013, Restivo arriva in Italia per il processo di Appello in regime di estradizione provvisoria dalla Gran Bretagna. Ribadisce di essere innocente ma la sentenza di Appello è uguale a quella di primo grado: 30 anni. L’ultimo atto di questa interminabile e macabra vicenda arriva il 23 ottobre 2013 quando, come detto, la corte di Cassazione conferma nuovamente la sentenza. Che è quindi definitiva.
Si chiude così, dopo 21 anni e 1 mese, una delle vicende più tortuose e controverse della cronaca nera italiana.
di Barbara Polidori