Il Dna di Pacciani è conservato, e già disponibile per eventuali comparazioni, presso l’istituto di Medicina legale di Firenze. Fu la procura di Firenze a farlo prelevare dopo la riesumazione della salma nel 2013. Questa è la notizia ANSA di questi giorni .
Che genere di comparzioni possono tornare utili all’indagine infinita sul “mostro di Firenze” ?
Più che su elementi futuri e ipotetici, si potrebbe provare una comparazione sui reperti delle scene del crimine conservati, come ad esempio la tenda dell’ultimo omicidio del 1985 alla piazzola di Scopeti. Non risulta, infatti, sia stata effettuata alcuna ricerca o tipizzazione delle macchie di sangue all’interno della tenda, oltre al rapporto autoptico. Altri fluidi o tessuti biologici (capelli, saliva ecc.) non avrebbero alcun diretto riferimento all’assassino, in quanto il “reperto” fu ampiamente manipolato dagli addetti ai lavori.
Si può ragionevolmente pensare che durante l’aggressione al povero ragazzo francese vi sia stata un blanda colluttazione o che comunque i colpi inferti dall’assassino al ragazzo possano aver comportato qualche ferita, anche piccola, all’omicida. Quindi nell’azione successiva all’occultamento del cadavere di Jean-Michel Kraveichvilj, tornato sui suoi passi per effettuare le escissioni sulla ragazza, l’assassino potrebbe aver lasciato nei tessuti della tenda piccole quantità del suo sangue.
Un eventuale “verifica” su reperti come la tenda, ancora in disponibilità dell’ufficio corpi di reato, sarebbe un’ipotesi da non accantonare. Il delitto è giuridicamente risolto in quanto le sentenze (non da tutti condivise) lo attribuiscono ai cosiddetti “compagni di merende”. Tuttavia una ricerca in tal senso potrebbe definitivamente metter fine ad ogni tipo di congettura, semmai si rinvenisse traccia di uno dei condannati. In caso contrario, rispedirebbe il caso a nuove e più moderne tecniche di indagine. Nel caso di totale assenza qualunque altro “segno “ biologico diverso dalle vittime sarebbe, a mio avviso, un atto dovuto un ulteriore tentativo di cercare un elemento volto a fare il massimo della chiarezza possibile su di una vicenda ricchissima di punti oscuri ed aspetti non chiariti dalle sentenze.
Per capirne di più, abbiamo fatto qualche domanda alla dottoressa Marina Baldi, biologa e specialista in genetica forense.
Dottoressa Baldi, è importante conservare il dna di Pacciani per future indagini sul Mostro di Firenze?
Credo che sia importante perché all’epoca non esistevano analisi del DNA e quindi oggi si potrebbero avere informazioni utili per capire il vero coinvolgimento di Pietro Pacciani nelle vicende che gli sono state attribuite. Potrebbe quindi essere utile per raggiungere una sorta di verità storica di quei fatti che sono ancora avvolti nel mistero.
Quanto possiamo ritenere attendibili le attuali tecniche di individuazione del dna sui vecchi reperti reperti.?
Se i reperti sono ben conservati possono essere utilizzati senza problemi. Il DNA nelle opportune condizioni (assenza di umidità e di contaminazione batterica) può mantenersi pressoché inalterato per tempi indefiniti.
Sarebbe possibile verificare se sulla tenda dell’ultimo duplice delitto vi è la presenza di Dna, e su quali eventuali tracce biologiche?
E’ un tentativo che può essere fatto, se l’assassino si è ferito o ha manipolato in modo sufficiente la tenda potrebbe essere rimasto il suo DNA adeso su quelle superfici e quindi potrebbe essere rilevato dalle tecniche analitiche odierne che sono estremamente sensibili. Dobbiamo però tenere in considerazione che gli inquirenti che hanno effettuato il sequestro potrebbero aver aggiunto materiale genetico sul reperto e quindi qualora si trovasse DNA sarà necessario escludere che si tratti di persone che sono state sulla scena del crimine in altra veste.
In quel delitto ci fu una colluttazione tra l assassino e la vittima. E’ possibile che il sangue del mostro venga rinvenuto sui tessuti della tenda dei francesi?
Si è certamente possibile, ma solo se l’assassino si fosse ferito nel corso di tale colluttazione. Altrimenti potrebbe essere possibile trovare DNA derivante da altri fluidi o tessuti biologici.
Totalmente diverso il discorso rispetto alla possibilita’ di trovare DNA sulla famosa lettera spedita dal mostro alla Procura di Firenze. Si stabilì che la busta indirizzaza alla Dr.ssa Silvia Della Monica, fu “chiusa” con la colla , quindi nessuna traccia di saliva o altri elementi biologici.
di Paolo Cochi