In un momento nel quale sembrerebbe esser stata determinante la prova del Dna per l’identificazione del più famoso serial killer della storia, il famigerato Jack Lo Squartatore (“The Ripper”) , identificato attraverso la prova del Dna effettuato su uno scialle appartenuto a una delle vittime e miracolosamente conservato, si torna a parlare dei delitti seriali piu’ atroci e discussi in Italia. Si torna a parlare del Mostro di Firenze.
La pagina più nera della cronaca italiana degli ultimi 50 anni, i delitti del Mostro di Firenze ha attraversato quasi mezzo secolo tra indagini, perizie, morti collaterali, processi, appelli e strane storie in appendice alla vicenda. Pietro Pacciani, morto il 22 febbraio del 1998, condannato in primo grado ma assolto in appello in attesa di un nuovo rinvio a giudizio, torna sulle pagine dei maggiori quotidiani italiani per la questione della conservazione dei suoi resti mortali, destinati all’ossario comune dopo un periodo di sepoltura di 15 anni, in quanto nessuno dei suoi familiari si è reso disponibile ad una nuova collocazione nel cimitero di Mercatale Val di Pesa.
Raccolgo personalmente le dirette dichiarazioni e le opinioni in proposito dei legali dei cosidetti “compagni di merende” ormai defunti:
L’Avvocato Rosario Bevacqua, difensore di Pietro Pacciani nei due processi celebrati negli anni 90, commenta l’iniziativa di un Professore di un Ateneo di Bari, il quale , oltre un anno fa, chiese all’amministrazione comunale di Mercatale di preservare i resti mortali di Pacciani , proprio in funzione di future ricerche sul Dna:
“Iniziativa pregevole, non gettare i resti del Vampa è importantissimo per conservare per future indagini e la ricerca della verità storica della triste vicenda. L’esame del DNA si è rivelato un supporto miracoloso e determinante per le inchieste sui delitti irrisolti. Ricordiamo anche che 3 degli 8 duplici omicidi del Mostro sono senza un colpevole . Ritengo sia doveroso approfondire l’esame sul Dna sui reperti ancora conservati. Non si tratta di una questione giuridica, bensì di un’ulteriore ricerca della verità storica.”
Della stessa opinione l’altro difensore storico, Nino Filastò, legale di Mario Vanni , l’ altro “compagno di merende”:
“Pacciani morì in attesa di essere giudicato e le sentenze di condanna ai compagni di merende sono piene di punti oscuri. Come per la vicenda di Jack the ripper , dopo 126 anni l’esame del DNA sembrerebbe esser stato determinante per l’individuazione del colpevole! Conservare il DNA e’ fondamentale per eventuali future indagini. Sulla tenda dei turisti francesi c’è l’ identità del vero Mostro di Firenze! Nell’ultimo duplice omicidio di Scopeti ci fu una colluttazione tra l’assassino e il povero ragazzo francese e ritengo sia più che probabile che il mostro si sia ferito e abbia lasciato traccia di sangue nella tenda.”
Antonio Mazzeo, avvocato di Mario Vanni:
“Le nuove sofisticate tecniche di rilevamento del Dna sono davvero straordinarie. Ultimamente hanno permesso di rilevare ottimi risultati anche in vecchi casi di cronaca. Nel caso si rilevassero tracce di DNA dei condannati in via definitiva, allora non avremmo più dubbi sulla colpevolezza di Pacciani e Vanni, nel caso venisse trovato un Dna diverso, sarebbe da stimolo a nuove indagini. Confrontare i reperti della scena del crimine con il Dna dei condannati
potrebbe rivelarsi un utile mezzo o per metter fine ai tanti dubbi sulle sentenze di condanna, oppure per rilanciare l’inchiesta in direzioni investigative complementari o alternative.”
Emerge oggi, che il PM Canessa, ora Procuratore della Repubblica a Pistoia, dispose nel 2013 un esame conservativo del Dna, esame mai reso noto affidato al genetista Prof. Ugo Ricci . Il Dna del Vampa dunque sarebbe disponibile presso
l’ istituto di Medicina legale di Firenze, nell’eventualita’ si disponesse di nuovi reperti su cui si rendesse utile un confronto.”
L’Avvocato Nino Marazzita, il legale che Pacciani aveva nominato per il procedimento di Appello e che era riuscito a proporre la tesi assolutoria vincente che ha convinto prima il procuratore generale Piero Tony e poi la Corte d’Assise d’Appello di Firenze, osserva:
“Approvo l’ottima iniziativa del Dr. Canessa che potrebbe avere ulteriori risvolti solo se la si confronta con i reperti delle scene del crimine che sono ancora a disposizione nell’ufficio “corpi di reato” a Firenze. Il mio invito è di stimolo per continuare ad indagare su una vicenda che non possiamo ritenere chiusa. Continuare le indagini per riuscire a scoprire la verità storica è un principio di civiltà giuridica indefettibile. Ricordo che Pacciani è morto da innocente e tale deve essere considerato, e che i duplici omicidi che vanno dal 1974 al 1981 non sono stati mai chiariti da alcuna sentenza.”
Di Paolo Cochi