Venne trovata strangolata con una cintura, stretta intorno alla maniglia del bagno, il 12 marzo 2001, all’interno della sua stanza nella caserma Zaccagnino della Polizia di Stato, a Potenza. Anna Esposito aveva 35 anni, era una donna bella, solare e amante del suo lavoro, tanto che alla sua età era già stata promossa dirigente Digos.
Il caso fu archiviato come suicidio, pur mancando un movente chiaro, pur non essendoci alcuna lettera che palesasse questo intento. Inoltre, nel periodo precedente la sua morte, Anna Esposito stava indagando su uno dei casi che più hanno sconvolto Potenza negli anni Novanta e Duemila: la misteriosa scomparsa della sedicenne Elisa Claps, avvenuta il 12 settembre 1993 (ritrovata cadavere nel 2010 nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità). Pare che la Esposito avesse scoperto qualcosa di molto importante, forse che qualcuno era a conoscenza di ciò che era capitato ad Elisa, e avesse chiesto a Gildo Claps (fratello di Elisa) un appuntamento. L’incontro, però, non c’era mai stato, dal momento che la poliziotta si era tolta la vita.
E c’è anche una strana coincidenza, magari solo una suggestione, che lega Anna Esposito a Elisa Claps, ma anche a Heather Banett, l’altra donna per il cui omicidio è finito il carcere Danilo Restivo: il numero 12. Il 12 settembre (1993) moriva Elisa Claps, il 12 novembre (2002) moriva Heather Barnett, il 12 marzo moriva Anna Esposito. A questi si aggiunge un altro omicidio, quello della coreana Jong-Ok Shin, avvenuto il giorno 12 luglio (2002), per il quale è finito in carcere un altro uomo, ma che vede in Danilo Restivo uno dei principali sospettati. Ma, ripetiamolo, si tratta quasi sicuramente di una semplice suggestione, perché all’epoca della morte della dirigente Digos Restivo, da quel che ci risulta, non viveva più a Potenza ma a Bournemouth, in Inghilterra.
L’anno scorso, senza tanto clamore, il caso Anna Esposito è stato riaperto. Sono bastati pochi mesi per capire che, effettivamente, qualcosa di “anomalo” c’era in questo suicidio. E così, poche ore fa, i pm Valentina Santoro e Francesco Basentini hanno iscritto un uomo nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio. Dalle informazioni in nostro possesso, però, non si tratterebbe di una persona collegata con la vicenda Claps, bensì di un uomo che all’epoca dei fatti aveva un legame molto stretto con Anna Esposito. Una persona molto in vista a Potenza, sposato e con figli. Fu lui l’ultima persona a vedere in vita il dirigente Digos, la notte prima del ritrovamento del suo cadavere. Lo dimostrerebbe l’analisi dei tabulati telefonici, oltre ad alcune testimonianze. Sarebbero state rinvenute anche delle impronte digitali sulla cintura usata per strangolare Anna e su una penna trovata vicino al corpo, anche se ancora non si sa a chi appartengono.
Si profila quindi l’ipotesi del delitto passionale. I pm stanno cercando di capire se ci possa essere stato anche il coinvolgimento di altre persone, dal momento che, nel periodo precedente la morte, la poliziotta aveva trovato nella sua scrivania dei bigliettini di minaccia scritti con grafia femminile: “Ti uccido”.
Il caso, insomma, è tutt’altro che chiuso.
di Valentina Magrin
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