Omicidi in Italia 2013 / ESCLUSIVO. Quattrocento. Circa quattrocento omicidi nel 2013, numero più, numero meno. E’ la cifra, non ancora resa ufficiale, sul numero di delitti compiuti l’anno scorso in Italia, che Cronaca-Nera vi anticipa oggi in esclusiva. Si tratta di un risultato straordinario, letteralmente straordinario, che sconfessa la politica della paura che soprattutto la televisione (pubblica e privata) ha portato avanti negli ultimi anni. Volete sapere perché? Perché 400 è molto, molto meno dei 526 del 2012, che a sua volta era già il più basso numero di omicidi statisticamente compiuti in Italia negli ultimi 40 anni. Giusto per dare due cifre: se erano 1.633 nel 1990, 400 vuol dire un crollo del 75,8% in 24 anni. Stupefatti? E lo credo bene. Sera dopo sera, le trasmissioni tv per ore e ore non fanno altro che ripetervi che ancora non si trova Roberta Ragusa, che perdura il mistero di Emanuela Orlandi, mentre vi promettono nuovi e mirabili sviluppi su Elena Ceste. Sono sempre gli stessi delitti, ripetuti all’infinito: e danno la sensazione di vivere in una nazione dove il sangue è in agguato dietro l’angolo, dove la morte ci bracca ovunque, dove siamo costantemente in pericolo. Lo avevamo già raccontato: non solo Roma è ben lontana dalle capitali europee più violente, ma l’Italia stessa ha un numero di omicidi complessivamente e da anni inferiore o pari a quello di paesi omologhi europei come Germania, Francia, Gran Bretagna.
Quello che la tv non dice (altrimenti la guardereste meno: le buone notizie non vendono) è che qui è dal 1991 che assistiamo ad una riduzione costante, anno dopo anno, degli omicidi, come documenta l’Istat: erano 3,4 per 100.000 abitanti nel ‘91, sono diventati lo 0,9 nel 2011, ora siamo ancora più in basso. Che i tentati omicidi sono crollati. Che i delitti dovuti alla criminalità organizzata si sono ridotti dall’1,3 per 100.000 a una cifra che nel 2009 era prossima al 0,1 (anzi, se volete saperlo, nell’ultima ventina d’anni si sono ridotti complessivamente del 90%). Il crimine organizzato esiste, certo, ma uccide, per faide interne, prevalentemente in Sicilia (mafia) e nel napoletano (camorra), mentre è bassissimo il dato pugliese, dove non c’è più solo la Sacra Corona Unita.
Ma la tv non vi dice anche altro. Che ormai sono molto ridotti gli omicidi per furto o rapina. Che la percentuale di donne uccise è la stessa del 1992: 0,5 su 100.000. Se poi comincio a cercare spiegazioni sul perché sia in atto un crollo così straordinario del numero degli omicidi in Italia, le ipotesi possono essere molte. Forse sono “solo” 400 perché c’è più prevenzione? Non credo, visto che in ambito intrafamiliare, piuttosto, le percentuali restano purtroppo importanti. Forse una prima risposta è che sono molto molto diminuiti i delitti della criminalità organizzata (anche per l’effetto del 41 bis, quella fondamentale norma che taglia i contatti dei boss in galera con l’esterno). Insomma, l’Italia avrà molti guai, ma non è più un posto dove si muore facilmente. E la televisione, per vendere spazi pubblicitari, racconta molte ma molte balle. Ora lo sapete anche voi.
Di Fabio Sanvitale
Pingback: Lo stupro nei videogiochi; doppio standard? | La tana dell'Astemio da Birra