Delitto di Cogne: rinviata la decisione sui domiciliari per Annamaria Franzoni

annamaria franzonidi Simone Rinaldi

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2 maggio 2014

Lo scorso 29 aprile tutti si aspettavano una risposta, specialmente lei, Annamaria Franzoni. E invece bisognerà attendere il prossimo 24 giugno, quando ci sarà una nuova udienza affinché il Tribunale di Sorveglianza di Bologna decida sulle sorti della donna: accordarle o meno gli arresti domiciliari. Durante l’udienza, infatti, il Tribunale ha richiesto ulteriori approfondimenti sulla perizia psichiatrica condotta sulla Franzoni dal perito dei giudici, il professor Augusto Balloni. Evidentemente, i giudici stanno valutando attentamente se sia o meno il caso di far tornare a casa la donna, in carcere – lo ricordiamo – dal 21 maggio 2008, quando la Corte di Cassazione confermò la condanna a 16 anni di reclusione disposta dalla Corte d’Assise d’Appello.

Secondo il perito Augusto Balloni, Annamaria Franzoni soffrirebbe di un disturbo di adattamento per cui necessiterebbe di una psicoterapia di supporto. Sulla pericolosità sociale della donna, il professore ha commentato laconicamente che questa è da intendersi come “la possibilità che una persona possa commettere azioni che sono considerate reato”. La perizia è arrivata dopo circa due mesi e una decina di incontri tra il professore e la Franzoni. Tuttavia, nel documento non ci sarebbero riferimenti espliciti alla possibilità che la donna possa reiterare il reato. «È una donna che ha patito tanto. Se servirà, ci incontreremo ancora».

Annamaria Franzoni, arrivata al Tribunale su un’auto guidata dal sacerdote della parrocchia presso cui sta prestando servizio al di fuori del carcere, è apparsa serena ed ha accolto con favore la richiesta dei giudici. Dello stesso avviso anche il suo legale, l’avvocato Paola Savio: «La mia assistita mi è sembrata serena e fiduciosa. Ovviamente spera di poter tornare a casa. Ora i giudici vogliono approfondire alcuni aspetti, come la possibilità di recidiva e la capacità genitoriale di Annamaria».

Chissà se, dopo aver tanto atteso, la Franzoni potrà ottenere ciò che ha chiesto: tornare a casa per prendersi cura di Gioele, il figlio più piccolo. Intanto, visto il dilatarsi dei tempi e il rinvio a una nuova udienza, la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Bologna si sta rivelando più complicata del previsto. D’altronde non è cosa semplice decidere se concedere questa possibilità a una madre che, a distanza di 12 anni dall’omicidio di Samuele, è considerata l’unica responsabile della morte del figlio.

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