di Valentina Magrin direzione@calasandra.it
Il 28 settembre 2009 viene depositata la prima delle 4 perizie chieste dal giudice Stefano Vitelli. Si tratta di quella medico-legale, che contiene almeno due elementi chiave a favore di Alberto Stasi. Il primo elemento riguarda le macchie di sangue presenti sul pavimento della villetta dei Poggi. Secondo i periti, infatti, meno di quaranta minuti dopo il delitto il sangue sul pavimento si era già seccato. Ecco perché Alberto, pur avendo camminato all’interno della casa, potrebbe non essersi sporcato le suole delle scarpe. Inoltre, se anche qualche traccia di sangue fosse stata raccolta dalle suole, si sarebbe verosimilmente dispersa nelle 18 ore successive, ossia nel tempo intercorso prima del repertamento delle scarpe. In quel lasso di tempo, infatti, Alberto aveva continuato a calzarle.
Tale risultato concorda con il risultato di un’altra perizia voluta dal giudice, quella chimico-sperimentale, nel corso della quale sono stati svolti esperimenti proprio con le scarpe dell’imputato. Il secondo punto della perizia medico-legale a favore di Stasi si riferisce al materiale biologico di Chiara trovato sul pedale della bicicletta dell’imputato. Secondo i periti del Gup esso non solo non è databile, ma non è nemmeno detto che sia sangue.
Il 10 ottobre 2009, con la deposizione della perizia informatica, viene dato il k.o. definitivo all’accusa. Per la prima volta, infatti, viene dimostrato che Alberto Stasi la mattina del 13 agosto 2007, per la precisione tra le 9,35 e le 12,20, era rimasto davanti al computer a lavorare alla tesi e a visionare materiale pornografico. I dati per poter affermare ciò erano stati involontariamente cancellati dai carabinieri che per primi avevano preso in custodia l’apparecchio, accendendolo e spegnendolo per un numero imprecisato di volte, inserendo chiavette usb e svuotando il cestino. Ma l’esperto questa volta è riuscito a trovarli in un angolo della memoria del pc. L’alibi fornito in tutti questi anni dall’imputato è quindi confermato.
Infine, per quanto riguarda i video e le foto pedopornografici, la perizia informatica osserva che non è detto che siano stati scaricati volontariamente da Stasi.
Dopo tutta questa serie di accertamenti il risultato del processo è scontato: il 17 dicembre 2009 Alberto Stasi viene assolto in base al secondo comma dell’articolo 530 del codice penale per insufficienza di prove.
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