di Valentina Magrin
Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia di Chiara Poggi, questa mattina ha depositato il ricorso in Cassazione contro la doppia sentenza di assoluzione dei confronti di Alberto Stasi, accusato di aver ucciso la sua fidanzata a Garlasco il 13 agosto 2007. Il ricorso, lungo una settantina di pagine, metterebbe in evidenza gli indizi «gravi e concordanti» contro Stasi. È atteso anche il ricorso della Procura Generale di Milano, ma l’udienza in Cassazione non sarà fissata prima del prossimo autunno.
I FATTI – Alberto Stasi era stato assolto dalla Corte D’Assise D’Appello di Milano il 6 dicembre 2011 per insufficienza di prove: un verdetto analogo a quello di primo grado. I sospetti si erano concentrati sullo studente bocconiano fin dai primi giorni dopo l’omicidio di Chiara Poggi. Alberto era stato l’ultimo a vedere la fidanzata: avevano cenato da lei la sera prima. Il ragazzo, però, ha sempre sostenuto di aver trascorso la mattinata seguente a scrivere la tesi di laurea al computer e di essere giunto a casa di Chiara, scoprendo il delitto, solo intorno alle 13.30.
All’epoca gli inquirenti non gli avevano creduto e lo avevano arrestato, contribuendo così a dipingergli addosso l’immagine di mostro. Nonostante i pochi giorni di carcere, infatti, Alberto è stato per lunghi mesi considerato l’assassino della sua fidanzata. C’era anche un movente plausibile: la presenza nel suo pc di una serie di foto e filmini pedopornografici, che Chiara avrebbe scoperto e minacciato di raccontare in giro. Per questo materiale Stasi è tuttora sotto processo. Ma già due sentenze lo assolvono dal peggiore dei crimini.