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di Fabio Sanvitale (per contatti clicca QUI)
28 febbraio 2014
Già, bella domanda. Dimmi chi ti paga e ti dirò chi sei. E allora vediamo chi ha finanziato nel 2013 il Tor Project, che si trova a Dedham, in una qualsiasi casa di legno bianco, un po’ appartata, nel Massachussets.
Leggendo il loro bilancio, trovo il Broadcasting Board of Governors (BBG), un ente che sovrintende a livello internazionale a tutti i media civili americani e cioè The Voice of America, Radio Free Europe/Radio Liberty, the Middle East Broadcasting Networks, Radio Free Asia e l’Office of Cuba Broadcasting. In pratica, un’agenzia governativa.
Poi trovo lo SRI International, un ente privato che finanzia progetti a livello mondiale in molti campi: educazione, ingegneria, bioscienze … A sua volta, è finanziato dal Dipartimento della Difesa americano. Nel 2012 (le cifre 2013 non sono ancora state rese note) ha messo 876.000 dollari nel Tor Project.
Quindi il Dipartimento di Stato con 353.000 dollari; la SIDA, un’organizzazione del ministero degli esteri svedese sulla cooperazione, democrazia e diritti umani, cambiamenti climatici, uguaglianza tra i sessi; la National Science Foundation (NSF), un ente creato dal Congresso americano per promuovere il progresso della scienza e della salute (finanziano, per intenderci, il 20% della ricerca condotta nelle università e nei campus americani) con 361.000 dollari; e Radio Free Asia.
E poi un’organizzazione non governativa americana e un anonimo con consistenti donazioni; due fondazioni private, centinaia di donazioni individuali. Quelli del 2012 sono, grosso modo, gli stessi sponsor che hanno sostenuto il Tor Project negli ultimi anni, anche se in quelli precedenti si trovano sorprese succose. Ad esempio Google, che ci mette i soldi dal 2007 in poi. O la National Christian Foundation. O la Electronic Frontier Foundation, baluardo della libertà sul web; o Human Rights Watch, caposaldo della lotta per i diritti umani.
Ora, però: se guardo al 2012 e metto insieme SRI, Dipartimento di Stato e NSF fanno 1.237.000 dollari. E non è noto il contributo del BBG! Ma già questi 1.237.000 dollari, su un totale di 2.062.000 di uscite, significano che il Governo Usa è presente almeno con il 60% dei proventi, cioè, di fatto, è di gran lunga il principale sponsor economico dell’operazione Tor… tanto è vero che le donazioni private sono solo il 4%. Come mai?
Roger Dingledine, uno dei fondatori del progetto Tor , dice che quello del Dipartimento della Difesa è molto più simile ad un assegno di ricerca che ad un contratto di appalto. Sta di fatto – ne abbiamo parlato QUI – che la spiegazione è questa: Tor non è solo un modo trovato dagli americani per fare gli splendidi e regalare libertà ai dissidenti politici, ma anche per fare sì che poi le rivoluzioni quei dissidenti le facciano e vengano cambiati gli scenari politici, là dove fa comodo agli interessi economici di Washington. Tor è, anche, di fatto, un pezzo della politica estera ed economica americana.
Nella prossima e ultima puntata chiuderemo le fila di questa inchiesta. Per rispondere alla domanda: ma allora, assolvere o condannare il deep web? (continua)
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