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di Fabio Sanvitale (per contatti clicca QUI)
30 gennaio 2014
Abbiamo visto tutti i comportamenti sospetti e le domande senza risposta che riguardano Marco Di Muro. Bene. Vediamo adesso i dati oggettivi che ci vengono dal Ris dei Carabinieri. Gli esami fin qui svolti hanno dimostrato che, negli abiti di Marco (recuperati interrompendo la lavatrice) c’erano diatomee, le microalghe che si trovano nelle acque di mare e di lago. Possibile che fossero ancora lì dall’estate prima, dopo altre lavatrici? E che ci facevano anche negli slip? Perché non pensare che Marco quella notte sia finito in acqua con tutti i vestiti, esattamente come Federica? Ma questo non prova, però, che Marco sia responsabile di omicidio: vi spiego perché.
Vigna di Valle è una spiaggia buona per i bambini, l’estate, perché l’acqua è bassa per molti metri. E’ un posto vuoto l’inverno, dove tutto è chiuso. Un posto per coppiette, isolato, che Marco conosce perché ha lavorato come cameriere nei ristoranti della zona. L’autopsia ha stabilito che Federica è morta verso le 2-2.30. E’ finita con la testa nell’acqua nell’arco di quei sessanta minuti che vanno da quando Marco la fa scendere a quando è inquadrato – da solo – mentre mette benzina. Sessanta minuti in cui Federica ha bevuto molta acqua del lago: tanto che sabbia e diatomee sono finite nella trachea e nei bronchi. Fermiamoci un momento su queste microalghe, che sono la prima cosa che si cerca quando si sospetta un annegamento. Le stesse diatomee che, trovate nei reni e nel fegato di Roberto Straccia, risolsero il giallo della sua scomparsa, avvenuta a Pescara nel 2012, classificandola come annegamento. Ma, nel caso di Federica, il prof. Stefano Moriani, che ha eseguito l’autopsia, ha detto che le alghe ci sono, sì, ma la vera causa di morte non è l’annegamento: è la miocardite.
E allora, cos’è la miocardite di cui tanto si parla? E’ uno stato infiammatorio del muscolo cardiaco, che può avere due cause: un virus che colpisce il cuore (è il 90% dei casi), derivato anche da un banale raffreddore, oppure una intossicazione causata da sostanze esterne (che so, qualcosa cui si è intolleranti) o nata nello stesso organismo (10%). E’ una patologia difficile da trovare, perché nelle sue forme più lievi può sembrare un’influenza, e ripresentarsi magari anni dopo. Ma, nelle sue forme acute, invece, può essere mortale. Uccide in poche ore, anzi recentemente è morto un giocatore di basket, di colpo, senza aver dato nessun segno precedente di problemi. Può addirittura succedere di colpo: il paziente respira male, ha dolore diffuso, sviene, non affluisce sangue al cervello. E si salva solo se viene immediatamente portato ossigeno al cervello. Ma proprio immediatamente.
E Federica aveva la miocardite, senza saperlo: questo ha detto Moriani.
E lo ha detto anche perché non c’erano segni di colluttazione, sul corpo. Tutto chiaro, allora? Mica tanto.
Perché il cellulare e la borsa di lei mancano dalla spiaggia, non ci sono. “E poi c’è il giubbotto di Federica – dice Luigi, il papà – aveva una manica di fuori e l’altra no, mentre il maglioncino che portava sotto, invece, era salito fino al petto. Portava un modello di Columbia fatto a polo, chiuso davanti. Si faceva addirittura aiutare a toglierselo, perché era formosa. Come poteva farcela da sola?”.
Insomma, alla fine della fiera le ipotesi restano due: Federica ha un attacco di miocardite sulla spiaggia e cade, bevendo acqua negli ultimi istanti, alla ricerca di aria. Oppure, è stata annegata. Comunque sia andata, di sicuro c’è che non è arrivata a Vigna di Valle da sola. E torniamo a Marco, quello che più di chiunque altro può avercela portata. “Quello che so è che quella sera gliel’ho affidata e lui non l’ha riportata a casa” è Luigi che parla “non possiamo più riavere indietro Federica, quindi per noi oggi questa è diventata una battaglia per la giustizia”. Marco Di Muro resta indagato per omicidio. E il pm ha tempo fino ai primi di giugno per scoprire cos’è successo, quella notte sul lago di Bracciano.
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