di Simone Rinaldi direzione@calasandra.it
Durante le ricerche del corpo di Francesca Benetti, la 55enne originaria di Cologno Monzese, venerdì scorso gli inquirenti hanno scoperto qualcosa che complica le indagini: 7 panetti e 34 ovuli contenenti hashish. Si aggrava così la posizione del fattore 69enne Antonino Bilella, indagato per omicidio ed occultamento di cadavere. La droga è stata trovata proprio a villa Adua, in un secchio di plastica chiuso dentro un sacchetto della spazzatura, nascosta tra le rotaballe. Inoltre, nella depandace dove abitava l’uomo sono stati scoperti 5.000 euro in contanti. Immediatamente è stato aperto un altro fascicolo contro il custode della tenuta della Benetti, questa volta per detenzione e spaccio di stupefacenti.
Nel frattempo non si fermano le ricerche condotte dalle unità cinofile per ritrovare il corpo di Francesca. Dell’ex insegnante di ginnastica non si sa più nulla dal 4 novembre, giorno in cui è scomparsa nei pressi di Potassa di Gavorrano, provincia di Grosseto. Al momento l’unico indagato resta Bilella. Proprio a villa Adua ci sarebbero, secondo gli inquirenti, le prove che incastrano il custode: tracce di sangue rinvenute sul pavimento della cucina. Inoltre, sul pianale della vettura di Bilella, sono state ritrovate altre tracce ematiche. Della stessa automobile l’uomo aveva cercato improvvisamente di disfarsi. Proprio il pronto intervento degli investigatori ha reso possibile il sequestro dell’automobile ed il fermo dell’uomo, in carcere dal 10 novembre. Le analisi della scientifica non hanno lasciato dubbi: sono di Francesca le macchie di sangue repertate.
Organizzata a Follonica ieri alle 18 una fiaccolata per ricordare Francesca e tutte le vittime di abusi, in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Molte le iniziative di parenti e amici della donna, dal gruppo Facebook “Troviamo Francesca” alle lenzuola bianche recanti la stessa scritta e stese alle finestre nei centri limitrofi. A cercare la donna è anche il suo compagno, Aldo Scotto, che ogni giorno dopo il lavoro perlustra personalmente tutta la zona interessata. L’uomo non si scoraggia e si aggrappa alla speranza che la donna sia soltanto ferita.
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