di Olga Merli direzione@calasandra.it
6 agosto 2013
Cronaca-nera.it intervista la Dottoressa Giuliana Covella, giornalista e scrittrice, attivista per la legalità e la trasparenza nella sua città, Napoli; da sempre impegnata nel sociale, acuta osservatrice delle problematiche femminili. Da poco è stato presentato il suo secondo lavoro, “ Fiore…come me” (Spazio Creativo Edizioni), un libro che affonda lo sguardo nell’ancora sommerso mondo della brutalità contro le donne e che ha avuto il merito di accendere nuovamente i riflettori sulla triste escalation di delitti che la cronaca nera odierna ci racconta ogni giorno. Questo secondo volume ha seguito l’ormai celebre “L’uomo nero ha gli occhi azzurri”, dove l’autrice ripercorre e analizza la drammatica storia del “Massacro di Ponticelli” (per approfondimenti leggi QUI).
“Fiore… come me” è il resoconto impietoso e tragico della violenza perpetrata nei confronti del mondo femminile. Dieci donne uccise. Dieci vite spezzate. Esiste un comun denominatore per queste morti?
È nato per caso il “comune denominatore”: sono dieci donne diverse per storia personale, contesto sociale e motivo della morte, ma sono tutte accomunate dall’amore incondizionato per i bambini. Ci sono mamme come Teresa Buonocore e Matilde Sorrentino, che hanno difeso i loro figli e altri piccoli da pedofili; Enza Cappuccio, la giovane non vedente di Marano, madre di sei bambini che erano stati allontanati dai servizi sociali per via del marito e padre violento; Mena Morlando, la maestra di Giugliano che voleva diventare una brava insegnante come sua madre; così Fiorinda Di Marino, anche lei maestra elementare, che nel racconto parla dei suoi piccoli allievi; Nunzia Castellano, uccisa dall’ex fidanzato e di cui i familiari hanno scoperto, solo dopo la sua morte, che era ambasciatrice Unicef; Palma Scamardella, vittima innocente della camorra, che badava tutti i giorni ai bambini dei vicini; Gelsomina Verde, la 22enne volontaria di Scampia, vittima della faida di camorra scoppiata nel 2004, che tentava di salvare i bambini del quartiere da un destino forse già segnato; Emiliana Femiano, uccisa dall’ex fidanzato a Terracina, che giocava ancora con le bambole sognando di diventare madre; e Giuseppina Di Fraia, morta dopo che il marito le diede fuoco, che aveva vissuto facendo sacrifici solo per rendere felici le sue figlie.
In quale ecosistema sociale si è imbattuta, che resistenze ha incontrato, in quale ambiente è incappata mentre tentava di esaminare e riportare alla luce i retroscena di questi terribili omicidi?
Per tutte le storie c’è, come sempre in questi casi, reticenza ed omertà. Specie in contesti cosiddetti difficili e degradati. Ma le difficoltà, soprattutto in termini di omertà, s’incontrano anche in ambienti cosiddetti più elevati dal punto di vista sociale. In buona sostanza c’è la tendenza a dimenticare. Fermo restando che i familiari delle vittime, specie quelle dimenticate, come Mena Morlando, uccisa nel 1980 chiedono giustizia e di fare memoria dei loro cari. Solo dopo tanti anni, ad esempio, nel caso di Mena, grazie al giudice Raffaele Cantone la sua storia è tornata alla ribalta e si è scoperto che non si trattava di un omicidio passionale, ma di una vittima innocente di camorra. A farsi scudo della donna, infatti, per scampare ai killer era stato il boss dei Casalesi Francesco Bidognetti, che all’epoca era al soggiorno obbligato a Giugliano.
Qual’ è, a suo parere, il tessuto connettivo che unisce queste morti?
Sono tutte state uccise dalla violenza criminale. Vittime di un sistema malato di giustizia e non solo di chi le ha materialmente uccise. Donne che avrebbero potuto salvarsi, che avevano denunciato, ma che non sono state ascoltate né tutelate dallo Stato.
Un libro che ha per oggetto le donne sempre più spesso protagoniste forzate della violenza maschile. Un libro che lascia aperti degli interrogativi, che si pone dei perché. Obiettivo raggiunto?
L’obiettivo ci auguriamo di raggiungerlo: che questo libro sia da esempio per tutte le donne che hanno paura di denunciare e sia uno strumento per fare memoria, affinché non venga dimenticato il sacrificio di Enza, Nunzia, Gelsomina, Fiorinda, Emiliana, Teresa, Matilde, Giuseppina, Mena, Palma e di tutte le donne che muoiono ogni giorno per mano di uomini che non sono degni di essere chiamati tali.
www.cronaca-nera.it
Fiore…come me. Storie di dieci vite spezzate
Spazio Creativo Edizioni, 2013
pp. 160, prezzo 15 euro