di Simone Rinaldi direzione@calasandra.it
24 luglio 2013
Quella tra il 18 e il 19 luglio scorsi è stata l’ultima notte di Nicoletta Figini, una donna 55enne residente a Milano in via Ramazzini, la stessa via nella quale si è consumata la tragedia. Qualcuno – non si sa ancora se una o più persone – l’ha imbavagliata con un pezzo di nastro adesivo ed immobilizzata legandole mani e piedi dietro alla schiena con gli oggetti più disparati, quali una corda, una cintura, un lembo di stoffa, un cavo usb. Questo lo scenario che la mattina del 19 luglio si è presentato agli occhi della donna delle pulizie, la quale, attirata dalla porta dell’appartamento socchiusa, è entrata ed ha dato l’allarme.
Morte per soffocamento la prima ipotesi fatta dagli inquirenti e confermata successivamente dal medico legale, il quale ha aggiunto che Nicoletta ha lottato prima di morire, come confermerebbero alcune ecchimosi sul suo corpo. L’appartamento era completamente a soqquadro, sebbene la cassaforte non sia stata forzata e tre cellulari di nuova generazione lasciati in casa. Tuttavia, sembrerebbe mancare il cellulare personale della vittima, mentre nella cassaforte nulla è stato trovato dagli inquirenti, se non dei gioielli di scarso valore.
Gli investigatori stanno cercando di capire se si tratti di una rapina finita in tragedia oppure di un omicidio volontario con furto inscenato. La corda attaccata ad un palo dell’antenna, la grata e la tapparella tagliate e la porta finestra della cucina forzata lascerebbero supporre che chi ha ucciso la 55enne si sia calato dal tetto ed introdotto poi nell’appartamento. Ma prima di arrivare sul tetto dello stabile, l’omicida deve necessariamente essere entrato dall’ingresso principale del palazzo. Eppure la porta dell’ingresso del condominio e quella della casa della donna non presenterebbero segni di forzatura. Quindi si potrebbe altresì supporre che chi ha commesso l’omicidio fosse in possesso delle chiavi dell’appartamento della Figini e che, dunque, la conoscesse bene. Irrilevanti invece, ai fini delle indagini, le tracce di sangue ritrovate dalla Scientifica accanto al corpo della donna, in quanto gli esami hanno stabilito che appartengono ad uno dei soccorritori che si era ferito. Pertanto, al momento appare chiaro soltanto che la donna è rientrata a casa attorno alle 22:30 della sera precedente, come testimoniato da un inquilino del palazzo, e che è morta circa tre ore prima del suo ritrovamento, avvenuto verso le 9.
Un caso reso ancora più complicato dal passato burrascoso della vittima. Chi era Nicoletta Figini? È ciò che si stanno chiedendo gli inquirenti, guidati dal pm Mauro Clerici. La donna risiedeva a Milano dal 2000 e dodici anni fa era rimasta vedova. Viveva da sola, non aveva figli ed aveva perso anche i suoi genitori. Seppur risultasse incensurata, nel 2002 aveva subito il ritiro della patente per guida in stato di ebrezza. E, soprattutto, due anni fa era stata denunciata alle autorità perché sorpresa alla guida di un’auto in compagnia di uno spacciatore di cocaina ed eroina. Ed eroina liquida è stata ritrovata anche nel suo appartamento dopo la perquisizione degli inquirenti.
I vicini la descrivono come una persona riservata ma abbastanza conosciuta nella zona in quanto co-proprietaria di un negozio di telefonia in una strada che interseca via Ramazzini, negozio gestito assieme al socio Gian Paolo Maisetti. Quest’ultimo ha dichiarato che non aveva rapporti con la donna se non lavorativi. Alcune amiche della vittima sostengono che in passato i rapporti con Maisetti erano stati tesi e forse anche per questo la donna aveva recentemente deciso di lasciare il negozio di telefonia per gestirne un altro poco distante. Giorgio Matè, Nicola Dellegrazie e Fabio Focardi sarebbero stati i tre nuovi soci della 55enne, la quale aveva depositato le carte per l’apertura del nuovo esercizio circa un mese e mezzo fa. Inoltre, dalle analisi dei suoi movimenti bancari, gli investigatori hanno scoperto che la donna era parecchio benestante e che una settimana prima di morire si era rivolta ad un’agenzia immobiliare per fittare un altro appartamento di sua proprietà.
Chi ha ucciso dunque Nicoletta Figini? Per rispondere a questa domanda si sta scavando in questo suo tormentato passato, fatto di una vita apparentemente tranquilla, ma che nascondeva scenari poco nitidi e costellati di amicizie poco raccomandabili, le stesse che, probabilmente – secondo una delle molte ipotesi – le hanno tolto la vita. Ogni pista è ancora battuta dagli inquirenti e solo nuovi elementi che emergeranno dalle indagini potrebbero portare finalmente a dare un volto all’assassino di Nicoletta.
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