A quasi 24 anni dalla morte del calciatore del Cosenza Donato (detto “Denis”) Bergamini, ecco la clamorosa svolta: la sua fidanzata di allora, Isabella Internò, è stata iscritta nel registro degli indagati per il reato di concorso in omicidio volontario. Quest’importante novità è figlia di un’altra, e forse ancor più sorprendente, svolta: poco più di un anno fa, infatti, i Ris di Messina avevano consegnato alla Procura della Repubblica di Castrovillari una relazione sulla morte del calciatore, dalla quale chiaramente emergeva come l’ipotesi del suicidio, fino ad allora considerata “ufficialmente valida”, in realtà facesse acqua da tutte le parti.
Ma facciamo un passo indietro e rinfreschiamoci la memoria. Ecco come si svolsero i fatti.
Denis Bergamin, classe 1962, è originario di Argenta (Ferrara). Fin da bambino rivela un chiaro talento per il calcio tanto che, dopo alcune esperienze a livello regionale, nel 1985 viene acquistato dalla squadra del Cosenza, che milita all’epoca in serie C1. Trasferitosi nel capoluogo calabrese, sembra non avere grosse difficoltà a integrarsi nel nuovo ambiente: a livello sportivo i risultati non mancano, tanto che nella stagione 1987-88 il Cosenza vince addirittura il campionato e si assicura il passaggio alla serie B; anche sul piano personale e sentimentale la vita di Denis sembra non avere problemi: pochi mesi dopo il suo arrivo a Cosenza, infatti, il giovane centrocampista conosce l’allora sedicenne Isabella Internò e tra i due inizia una relazione che durerà ben 3 anni. Certo, un rapporto fatto di alti e bassi, come forse è normale a quell’età. Nel 1988 Isabella rimane incinta, ma non se la sente di portare avanti la gravidanza e così, fuori tempo massimo, al quinto mese di gestazione si fa accompagnare da Denis a Londra e abortisce. Probabilmente anche a causa di questa difficile esperienza, nella primavera del 1989 i due ragazzi si lasciano definitivamente e stanno 6 mesi senza neppure sentirsi.
Arriviamo quindi all’ultimo giorno di vita di Denis, sabato 18 novembre 1989. Intorno alle 16 il calciatore, senza fornire alcuna valida spiegazione, lascia il ritiro della squadra e va a casa di Isabella. Poco prima tra i due c’è stata una telefonata, ma non è chiaro chi dei due abbia contattato l’altro: la ragazza sostiene che sia stato lui, molti altri il contrario. Un particolare apparentemente irrilevante, se non fosse per gli ultimi risvolti della faccenda. Ad ogni modo, alle 16.30 i due, a bordo della Maserati di Denis, partono alla volta di Taranto.
Sul perché di questo viaggio e su quello che sta per succedere, Isabella in tutti questi anni ha dato la sua versione: Denis le confida di essere in crisi con il mondo del calcio e di voler scappare lontano, imbarcandosi da Taranto alla volta delle Azzorre o delle Hawaii. Ma durante il tragitto, mentre stanno percorrendo la Statale Ionica 106 all’altezza di Roseto Capo Spulico, improvvisamente Denis ferma la macchina, scende e inizia a camminare lungo il ciglio della strada. In quel mentre sta sopraggiungendo un camion Fiat Iveco 180, che viaggia a una velocità di 30 km/h. Appena lo vede, Denis si butta a pesce, finendo sotto le ruote dell’autocarro che lo trascina per una sessantina di metri, prima di fermarsi. Mancano pochi minuti alle 19.30. Si spegne così la giovane stella del Cosenza. Un suicidio a cui però la famiglia Bergamini, fin da subito, non crede.
Non crede, innanzitutto, al motivo scatenante di tale gesto: Denis non poteva essere scontento della sua carriera sportiva, era un bravo giocatore su cui avevano messo gli occhi importanti squadre come la Fiorentina e il Parma e, proprio per questo, il Cosenza gli aveva da poco triplicato lo stipendio.
Ma sono anche le dinamiche dell’incidente che non tornano, come conferma la relazione dei carabinieri del Ris del 2012.
Denis viene ritrovato con le scarpe, l’orologio e la catenina intatti, senza neppure un graffio.
Ha una lesione molto vasta alla parte destra dell’addome, mentre il camion l’ha investito dalla parte sinistra.
Secondo i verbali dell’epoca, Denis prima di morire avrebbe camminato su un terreno fangoso, ma le suole delle sue scarpe sono pulite.
Infine, dalle fotografie fatte al cadavere sul luogo del delitto, si è notato che l’ora segnata dall’orologio di Denis al momento di quegli scatti è antecedente all’orario ufficiale in cui sarebbe avvenuto l’incidente…
Insomma, tra mille cose che non tornano, per il Ris c’è un’unica certezza: Denis è stato ucciso e, solo successivamente, è stato inscenato il suicidio.
Resta però da capire chi abbia compiuto l’omicidio, e perché. Negli scorsi anni, nelle varie indagini alternative, si è ipotizzato che Denis avesse scoperto un giro di droga e fosse stato messo a tacere per questo. Con gli sviluppi delle ultime ore, però, lo scenario cambia: potrebbe essersi trattato di un delitto passionale e Isabella, se così fosse, sarebbe coinvolta, quanto meno per non aver raccontato la verità sulle ultime ore di vita di Denis.
Attendiamo ora dalla Procura, e dai nuovi interrogatori che verranno disposti, ulteriori elementi per chiarire una volta per tutte questo giallo. Speriamo anche che Isabella, che oggi è una donna di 43 anni, se davvero sa qualcosa si faccia finalmente un esame di coscienza e parli. Denis, la sua famiglia, i suoi amici e i suoi tifosi hanno aspettato fin troppo.
(Statale Ionica 106, punto d’impatto tra Denis Bergamini e il camion)
di Valentina Magrin