Yara Gambirasio: un cadavere da riesumare e pochi giorni per trovare l’assassino

 

yaradi Fabio Sanvitale direzione@calasandra.it

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Brembate, 18 febbraio 2013

Non c’è più molto tempo per trovare chi ha ucciso Yara Gambirasio.

Il 26 febbraio prossimo scadono i due anni che rappresentano il tempo massimo per chiudere l’inchiesta: o salta fuori un nome o ci sarà l’archiviazione. Ma, proprio sul filo di lana, una pista seguita negli ultimi mesi prende di nuovo corpo e sostanza: quella che parte da Giovanni Guerinoni, ex autista di pullman, morto nel 1999. Cosa c’entra con Yara?

La storia è questa. Sui vestiti indossati da Yara erano state ritrovate tracce di sangue: sugli slip, sui leggins. Si sa, accoltellare qualcuno equivale spesso a feririsi. La magistratura fa partire una delle più grandi campagne di prelievi del dna mai viste nel nostro paese, con migliaia di prelievi mirati tra gli abitanti della zona, per vedere se qualcuno cade nella rete. Tra questi ci sono anche i frequentatori della discoteca “Sabbie mobili” che sta lì, vicino al campo di terra e sterpi di Chignolo in cui venne ritrovata la tredicenne, il 26 febbraio 2011. Uno di questi ragazzi è un trentenne la cui madre è stata domestica dai Gambirasio.

Lo cercano, ma non è più in Italia: si trova in Perù, a fare il volontario. I magistrati ed i carabinieri lo fanno rientrare, gli prelevano il dna. Niente, lui non c’entra. Ma il suo dna, però, è somigliante a quello sulla scena del crimine: e questo vuol dire che se non è lui, l’assassino è tra i suoi familiari.

I vivi ed i morti vengono passati al setaccio, uno per uno. E salta fuori uno zio, Giovanni Guerinoni appunto, di Clusone, il cui dna -prelevato da dietro il francobollo della patente- è davvero compatibile. Ma compatibile non vuol dire identico, anche perchè è stato possibile mappare solo una parte del codice genetico, con questo sistema.  Ovviamenete Guerinoni non è l’assassino: è morto da anni, appunto. Ma compatibile vuol dire che l’assassino è un familiare diretto di Guerinoni. I suoi figli vengono esclusi dalle analisi. I giudici allora pensano: questo Guerinoni deve aver avuto un figlio illegittimo. Dev’essere lui il colpevole. Dev’essere andata così.

Ma dev’essere anche come cercare un ago nel classico pagliaio, trovare questo figlio misterioso. Finora è stato prelevato il dna a una buona parte della Valle del Riso, si sono fatte ricerche anagrafiche, ma niente. Tra vecchie e nuove analisi, siamo circa a quota 13.000 prelievi: sono stati spesi quasi 3 milioni di euro.

Intanto, però, proprio i Gambirasio si sono detti e ridetti scettici di questa pista. Per loro il sospettato numero uno era e resta il marocchino Mohammed Fikri, di cui ricorderete il clamoroso arresto e la ancor più clamorosa scarcerazione nel dicembre 2011: un errore grossolano non del Pm, nè dei carabinieri, ma del traduttore e delle circostanze. Le sue intercettazioni erano state tradotte male, sembrava avesse detto una frase in cui rivelava la sua colpevolezza, aveva lavorato nel cantiere di Mapello su cui puntavano i cani molecolari, era partito per l’estero…

Ma, se Guerinoni è la chiave di volta della faccenda, se il suo dna è stato già dichiarato compatibile, perche allora riesumarlo adesso, a pochi giorni dalla fine dell’inchiesta? L’abbiamo detto prima, per avere la certezza assoluta che sia lui, proprio lui, il padre dell’assassino. I suoi parenti gridano di fare presto, di dissipare quest’ombra dalla loro vita. Dicono che non andava dietro alle avventure, a fare figli con le altre. I Gambirasio pensano invece che lui sia una falsa pista.

E Yara aspetta ancora che qualcuno scopra la verità.

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