di Valentina Magrin direzione@calasandra.it
Pretoria (Sudafrica), 19 febbraio 2013
Ergastolo: fino a pochi giorni fa sarebbe stato impossibile associare questa parola al volto dolce e solare di Oscar Pistorius, l’atleta olimpico disabile che tanta simpatia e ammirazione suscitava nel pubblico di tutto il mondo. Ma dallo scorso 14 febbraio tutto è cambiato.
Questa mattina, nell’aula del Tribunale di Pretoria, il pubblico ministero Nel Garrie ha confermato l’accusa di omicidio premeditato, quindi il 26enne soprannominato “Blade Runner” (ormai tristemente diventato “Blade Gunner”) potrebbe trascorrere il resto della sua vita tra le mura di un carcere. A Pistorius vennero amputate entrambe le gambe alla tenera età di 11 mesi, in seguito a una malformazione congenita: già allora, a causa di quella tragedia, rischiò di veder compromessa la sua libertà, ma con forza e tenacia si rialzò e raggiunse traguardi inimmaginabili. Ora, invece, la caduta potrebbe essere inarrestabile.
LA RICOSTRUZIONE DELL’OMICIDIO – All’alba del 14 febbraio 2013 il lussuoso quartiere Silverlakes di Pretoria (Sudafrica, una sessantina di chilometri a nord di Johannesburg) viene svegliato bruscamente dal suono di quattro colpi di pistola provenienti dalla casa dell’atleta Oscar Pistorius. All’arrivo dei vigilantes, i primi ad accorrere sul posto, Pistorius è in evidente stato di shock e tiene in braccio il corpo in fin di vita della sua fidanzata, la modella Reeva Steenkamp.
Si è trattato di un tragico errore: questa, fin da subito, la versione del campione. Reeva si sarebbe introdotta di nascosto nella villa per fare una sorpresa al fidanzato in occasione della festa di San Valentino. Oscar, invece, l’avrebbe scambiata per un ladro e le avrebbe sparato un colpo al fianco, uno al braccio e due alla testa: “Non ho voluto ucciderla, lo affermo nella maniera più categorica possibile” – è la dichiarazione letta oggi in aula dal suo legale, Barry Roux – “Ci amavamo alla follia”.
Fin da subito, però, questa versione non convince: alcuni vicini di casa, infatti, nelle ore precedenti e poco prima di udire gli spari avevano sentito i due fidanzati urlare e litigare, tanto che due ore prima della tragedia avevano chiamato la polizia. La presenza dell’Ipad e del beauty della modella, poi, sono segni evidenti della sua permanenza in quella casa almeno dalla sera precedente. Infine, il primo colpo al fianco ha raggiunto Reeva in camera da letto, mentre gli altri tre sono stati sparati quando la ragazza si era chiusa all’interno del bagno, probabilmente per cercare riparo. Difficile immaginare che, in quel frangente, Pistorius non si sia reso conto di non avere di fronte un ladro.
L’atleta viene subito arrestato e il giorno seguente formalmente incriminato per l’uccisione della fidanzata. Il processo, cominciato stamattina, è stato rinviato a domani, quando probabilmente si deciderà se concedere o meno la libertà provvisoria all’atleta.
Nel frattempo, in questi giorni sono emersi una serie di elementi che, di certo, stanno stravolgendo l’immagine da “eroe buono” di Oscar Pistorius.
L’OSSESSIONE PER LE ARMI E IL CARATTERE VIOLENTO – Secondo la stampa sudafricana, Pistorius sarebbe un “paranoico” e un “amante delle armi”. Nella sua villa, definita nel 2009 come “il luogo più sicuro del Sudafrica”, l’atleta viveva in costante stato di allerta e, oltre alla Taurus calibro 9 con cui ha colpito la fidanzata, possedeva un fucile automatico e diverse mazze da baseball e cricket. Proprio una mazza da cricket insanguinata sarebbe stata trovata all’interno della villa: si sta ora cercando di capire che ruolo possa aver avuto nella dinamica dell’omicidio. Pistorius, poi, secondo le testimonianze dei vicini, avrebbe un carattere alquanto collerico, come dimostrerebbero i continui litigi con le sue fidanzate. Infine, appena un mese fa, in un locale di Johannesburg, Pistorius avrebbe preso in mano la pistola di un amico e, togliendo la sicura senza alcun motivo, avrebbe accidentalmente sparato rischiando di colpire un altro amico seduto al tavolo con lui.
L’USO DI STEROIDI – All’interno della villa dell’atleta è stata trovata una discreta quantità di steroidi, farmaci illegali e pericolosi che incidono sull’aggressività di chi ne fa uso. Per questo, Pistorius è stato sottoposto a esami del sangue, allo scopo di capire anche il suo stato psico-fisico al momento dell’omicidio.
IL MOVENTE – Oscar e Reeva stavano insieme da soli 3 mesi. Una storia appena sbocciata tra due ragazzi belli e giovani. L’utimo tweet di Reeva, a poche ore dalla sua morte, recitava: “Cosa tirerete fuori dal cilindro per il vostro amore domani? Che emozione!”. Difficile quindi ipotizzare che la ragazza avvertisse di essere in pericolo. Ebbene, per l’accusa probabilmente Pistorius ha ucciso perché accecato da una folle gelosia nei confronti della sua amata. Gelosia che sarebbe stata provocata dall’amicizia tra la modella e il cantante Mario Ogle, concorrente con lei del reality show Tropika Island Of Treasure o, più probabilmente, da un sms inviatole quella notte da un ex fidanzato, il rugbista Francois Hougaard. Qualunque sia il motivo, di certo non può giustificare la morte di una giovane donna di 29 anni. I suoi funerali sono stati celebrati oggi a Port Elisabeth, proprio mentre il suo Oscar in lacrime, all’interno di un’aula di tribunale, giurava di amarla.
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