di Valentina Magrin
Si è da poco conclusa, davanti alla Corte d’Assise di Taranto, la dodicesima udienza del processo per l’omicidio di Sarah Scazzi, avvenuto ad Avetrana il 26 agosto 2010.
Quest’oggi c’era grande attesa per la deposizione di Dora Serrano, 44 anni, sorella di Cosima (imputata insieme alla figlia Sabrina Misseri) e Concetta (la mamma di Sarah). La donna, infatti, quando era ragazzina avrebbe subito molestie da parte di Michele Misseri, lo zio di Sarah che prima si accusò dell’omicidio, poi ritrattò e infine tornò ad autoaccusarsi. Secondo la ricostruzione di Michele, che ancora oggi si proclama colpevole (nonostante sia accusato “solo” di concorso in soppressione di cadavere), nei giorni precedenti la morte di Sarah lui avrebbe cercato di molestarla. Ecco perché l’esistenza di un episodio analogo nel passato potrebbe avvalorare l’ipotesi di una sua “perversione” nei confronti delle ragazzine.
Ecco le parole di Dora: «Una sera, quando io ero ragazzina, le mie sorelle mi chiesero di andare sul terrazzo e di mettere al riparo i vasi con le piantine. Arrivò Michele Misseri per aiutarmi e mettemmo a posto i vasi. Finita questa cosa si avvicinò e mi disse alcune parole, tipo: ‘Dobbiamo fare una cosa?’. Poi mi sfiorò il braccio destro e io scappai via. Tornai giù dalle scale e andai in camera mia senza riferire nulla a nessuno». E prosegue: «Raccontai l’episodio a mio marito e dopo l’arresto di Michele anche a sua moglie Cosima. In seguito mi contattarono gli avvocati Russo e Velletri (gli ex legali di Sabrina Misseri, ndr) perché avevano bisogno di una testimonianza in favore di Cosima, ma questo fatto che mi è capitato è vero. Avevo 15 anni quando avvenne l’episodio ed ero a casa dei miei genitori, in via Martiri d’Ungheria. C’erano papà, mamma, Emma e mi pare Concetta, ma non ricordo bene». In realtà Concetta in quel periodo – era il 1982 – non c’era perché era stata data in adozione. Di fronte a questa incongruenza, contestatale dal pm Buccoliero, Dora Serrano ha dichiarato che forse l’episodio era avvenuto qualche tempo prima.
«Dopo quell’episodio – ha continuato Dora – i comportamenti con Michele Misseri erano normali, come se nulla fosse accaduto. Raccontai anche ad Emma quanto mi era capitato. Andai a casa sua, ma mio marito non ne era a conoscenza». La teste ha anche raccontato di essere andata a trovare, in compagnia della sorella Emma, Cosima in carcere: in quella circostanza «non abbiamo parlato delle responsabilità, di chi potesse aver ucciso Sarah». Anche questa dichiarazione è stata oggetto di contestazione dal pm.
Resta da capire la portata della dichiarazione di Dora Serrano relativa alle avances di Michele Misseri: non tanto la sua veridicità – che non si vuole in alcun modo mettere in dubbio – quanto la rilevanza che questo episodio avrebbe nel dimostrare una certa tendenza del Misseri. Ad oggi, infatti, non ci sono testimonianze di episodi analoghi avvenuti tra il 1982 (o data antecedente) e il 2010, un arco di tempo di ben 28 anni. Inoltre, non ci sono dimostrazioni che anche Sarah avesse realmente subito lo stesso tipo di attenzioni, dal momento che la ragazzina non ne aveva parlato con nessuno. L’unico a sostenere questa tesi è proprio Michele Misseri, le cui numerose versioni sui fatti sono, suo malgrado, cosa nota.
La Corte d’Assise, su richiesta del pm, ha disposto un confronto tra Dora Serrano e il marito Pancrazio Spinelli (che avrebbe raccolto le confidenze della moglie) per cercare di far luce una volta per tutte su questo episodio delle avances.
L’udienza è stata rinviata a martedì prossimo, 24 aprile.