di Erika Crispo direzione@calasandra.it
Ipotesi, palla di vetro, teoremi. Sono queste le parole che maggiormente ricorrono nella conferenza stampa organizzata dai legali di Salvatore Parolisi. Gli avvocati Walter Biscotti, Nicodemo Gentile e Federica Benguardato, nel commentare la sentenza con cui il gup di Teramo Marina Tommolini ha condannato il caporalmaggiore all’ergastolo, si dicono “sbalorditi”. ”Eravamo preoccupati che desse ragione alle tesi della pubblica accusa in toto, e invece…”. E invece ”il giudice Tommolini ha riscritto i fatti, la sceneggiatura del delitto Melania Rea”.
Gli avvocati si dicono ”pronti alla battaglia”, perché le 67 pagine scritte da Marina Tommolini ”ci danno ampi spazi per un appello vincente, perché così, alla lunga la sentenza non regge…”. Secondo i difensori prima di tutto contiene troppi “verosimilmente”, “presumibilmente”, piuttosto che “ipotesi, dei teoremi privati, che a noi appaiono atti di fantasia, perché certe cose nel processo non sono emerse, e in un processo non devi far valere le tue idee, ma far parlare le carte”.
Biscotti e Gentile contestano quindi l’impianto teorico della sentenza, e dichiarano di ”assumersi la piena responsabilità di dire che “il giudice Tommolini aveva una precondizione e ha piegato dati e risultato alla sua convinzione personale. Le sue convinzioni sono tutte ipotetiche”. Cioè si era convinta che Salvatore fosse colpevole a prescindere dalle carte. E pur “riconoscendo alla Tommolini di essere persona onesta e anche rispettosa della difesa, di averci persino dato ragione su aspetti cruciali – ha detto l’avvocato Biscotti – non possiamo non sottolineare che anche i giudici che condannarono Enzo Tortora erano convinti di quello che facevano. Ma ciò non toglie che le motivazioni che abbiamo letto sono insopportabili”.
Anche Parolisi in carcere ha letto attentamente la sentenza e i due avvocati che lo hanno incontrato hanno riferito che ha detto loro di ”essere molto preoccupato: come faccio a difendermi così?”. “Credevo di essere stato giudicato da un giudice e invece sono stato giudicato da uno psicologo” è il pensiero di Salvatore, che parla di cose “sganciate da ogni riscontro reale”. l’avvocato Biscotti ha dichiarato di comprendere come mai “Salvatore sia sconcertato. anzi, è terrorizzato. In questo modo saltano tutte le regole della procedura penale”.
Quanto al movente principale dell’omicidio descritto dalla Tommolini, ossia il rifiuto di un approccio sessuale, Gentile ha negato vivamente che ”Salvatore potesse avere delle ‘disfunzioni’: si sarebbe eccitato davanti al bisogno fisiologico della moglie? Dopo anni in coppia, con figli ecc? E come dice il giudice ‘al probabile’, si badi probabile, rifiuto di lei, l’avrebbe aggredita con guanti e coltello? Si trattava invece di una coppia normale, tanto da aver avuto dei rapporti solo qualche giorno prima. Ma come, tutti ci descrivono Parolisi come un galletto e lei scrive che era succube della moglie? A me una giustizia così fa paura. E queste motivazioni sono insopportabili, in appello le contesteremo”.
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