di Valentina Magrin
Udienza movimentata quella di ieri al tribunale di Taranto nel processo per l’omicidio di Sarah Scazzi. Al centro dell’interesse è stato, ancora una volta, Michele Misseri, lo zio della vittima nonché marito e padre delle due principali sospettate, Cosima Serrano e Sabrina Misseri. Michele, che si autoaccusa dell’omicidio, è anch’esso imputato, ma “solo” per il reato di concorso in soppressione di cadavere. Lui, invece, sostiene di aver fatto tutto da solo, anche se questa non è che la sua ennesima versione dei fatti.
Proprio sulla sua attendibilità o meno, si è discusso durante la diciassettesima udienza del processo. Hanno infatti testimoniato Cosimo Maggi e Giovanni Primiani, rispettivamente infermiere e psichiatra del carcere di Taranto, dove Michele Misseri è stato detenuto dall’8 ottobre 2010 al 30 maggio 2011. La deposizione si è concentrata sul primo periodo di detenzione, quando a Misseri vennero somministrati antidepressivi e ansiolitici. Poteva questa terapia alterare le facoltà mentali del detenuto? No, a detta dell’infermiere e del medico, dal momento che la terapia durò pochissimi giorni e lo stesso agricoltore di Avetrana in alcuni casi la rifiutò.
Questo accadde, ad esempio la sera del 14 ottobre 2010, quando Misseri “diceva che il direttore doveva fare un sopralluogo e lui voleva rimanere vigile”. Significativo il fatto che proprio la mattina seguente, nel corso dell’incidente probatorio, l’indagato chiamò in correità per l’omicidio la figlia Sabrina. Inoltre, a detta del professor Primiani, il dosaggio dei farmaci poteva rallentare la funzione intellettiva di Misseri, ma non la sua capacità di giudizio e di relazione. La somministrazione di psicofarmaci venne comunque sospesa definitivamente il 5 novembre 2010 “perché non era nemmeno più consigliata e Michele Misseri aveva ripreso molte delle sue capacità”.
Ancora una volta, strane coincidenze di date, perché esattamente il 5 novembre Misseri, davanti all’allora suo avvocato Daniele Galoppa e alla criminologa Roberta Bruzzone (in qualità di consulente della difesa), ammise il suo ruolo assolutamente marginale nella vicenda e la totale responsabilità di Sabrina. Mesi dopo Misseri dichiarerà di essere stato indotto a fare queste dichiarazioni ma, da quanto emerso ieri, in quella circostanza perlomeno si trovava nel pieno delle proprie capacità mentali.
Nel corso dell’udienza ha reso testimonianza anche la dottoressa Roberta Bruzzone, che in riferimento a quel colloquio del novembre 2010 ha detto: “Stavamo parlando in maniera generica di Sarah. Misseri si fermò, scoppiò a piangere e guardandomi disse: ‘Non ho ucciso Sarah, io ero sulla sdraia, è stata Sabrina’”. Quel giorno “Zio Michele scaricò tutte le responsabilità dell’omicidio sulla figlia Sabrina, che era già stata arrestata il 15 ottobre (quindi prima di eventuali “pressioni” su Michele da parte della criminologa Bruzzone, ndr) perché accusata dal padre di averlo aiutato nell’uccidere Sarah”. “Poi – ha aggiunto la criminologa – incontrai Misseri nuovamente il 18 novembre, alla vigilia dell’incidente probatorio”. Alla domanda del pm, se in quel secondo incontro Misseri avesse cambiato atteggiamento, la Bruzzone ha affermato: “Al contrario. Era talmente consapevole dell’importanza di questo appuntamento che di sua spontanea volontà chiese alla direzione del carcere di inibire le visite dei familiari. Fu lui a decidere, non ci furono pressioni”.
Nel corso dell’udienza sono stati sentiti anche alcuni ufficiali dei carabinieri del Ris che hanno eseguito accertamenti su 18 cinture prelevate da casa Misseri e sulla sim card del cellulare di Sarah Scazzi, risalendo alle telefonate e agli sms. Per quanto riguarda le cinture, su alcune di esse sono state trovate tracce compatibili con il profilo genetico di Michele Misseri. Ricordiamo che l’oggetto con cui è stata strozzata la povera Sarah potrebbe essere proprio una cintura, tuttavia la presenza di materiale genetico appartenente al Misseri non sembra particolarmente significativa, dal momento che quelle cinture si trovavano proprio a casa sua.
La prossima tappa del processo per l’omicidio di Sarah Scazzi è prevista per il 19 giugno, quando tra gli altri deporranno anche Valentina Misseri (sorella di Sabrina), Vanessa Cerra (ex commessa del fioraio che avrebbe “sognato” il rapimento di Sarah) e il medico legale Luigi Strada.