di Valentina Magrin
27 aprile 2012
Raniero Busco è stato assolto per non aver commesso il fatto. Non è lui, secondo la Corte d’Appello di Roma, l’assassino di via Poma, il mostro che ha ucciso la povera Simonetta Cesaroni quel lontano 7 agosto 1990. La fine di un incubo, almeno per ora, visto che manca ancora la Cassazione. La sentenza di oggi ha però ribaltato quella di primo grado, che aveva condannato Busco a 24 anni di carcere. L’assoluzione era nell’aria: la maxi-perizia voluta dalla Corte e discussa in aula nei giorni scorsi aveva infatti smontato gran parte del teorema accusatorio.
E così, alla lettura del dispositivo, un urlo collettivo di gioia ha accompagnato le lacrime dell’imputato che, stringendo la mano alla moglie Roberta, si è lasciato andare in un pianto liberatorio. Subito dopo è stato colto da un malore e si è allontanato dal tribunale attraverso un’uscita secondaria. Gli avvocati difensori, le parti civili e il Procuratore Generale hanno invece risposto alle domande dei giornalisti: «Soddisfatto perché è stata assolta una persona estranea ai fatti, un innocente – queste le parole di Franco Coppi, legale di Raniero Busco – Contavamo su questa decisione. Ci siamo battuti per ottenerla. Fa onore alla giustizia italiana. Il sistema prevede la possibilità di correggere errori e cosi è stato. Raniero piangeva come un vitello, più di questa manifestazione non era possibile. Era molto commosso e anche la moglie».
E il collega Paolo Loria ha aggiunto: «È un grande sollievo, finalmente è stato riconosciuto quello che sapevamo. Contro Busco c’erano solo due indizi. Questa sentenza ci dà fiducia nella giustizia. L’appoggio popolare e della stampa è stato molto utile perché ha permesso a Busco e alla sua famiglia di vivere una vita abbastanza normale in questi due anni».
«Il mio dispiacere è dettato dal fatto che ritenevo si potesse mettere la parola fine a uno dei misteri di Roma. Evidentemente non è stato così – ha commentato invece l’avvocato Andrea Magnanelli, legale del comune di Roma, costituitosi parte civile – Nel rispetto massimo e assoluto della decisione dei giudici e della verità processuale accertata intimamente e personalmente resto convinto di un’altra ipotesi».
L’avvocato Massimo Lauro, parte civile per Anna Di Giambattista (mamma di Simonetta Cesaroni), ha dichiarato: «Sono rimasto profondamente sorpreso da questa decisione dei giudici perché hanno sentenziato l’assoluzione piena di Busco, sembra senza neanche ritenere esistente un dubbio. Tutto questo mi fa pensare molto, a fine luglio avremo le motivazioni della sentenza e decideremo di conseguenza cosa fare, se impugnarle ai fini delle statuizioni civili». Dello stesso avviso Federica Mondani, legale di Paola Cesaroni (sorella di Simonetta): «Era nell’aria, ora aspettiamo le motivazioni per capire quali sono stati i criteri».
Indifine il Procuratore Generale Alberto Cozzella, che nella sua requisitoria aveva chiesto la conferma della condanna o, in alternativa, una nuova perizia: «È una sentenza che come tale va rispettata e accettata. Dopo la lettura della motivazione valuteremo se fare ricorso in Cassazione. Allo stato attuale non posso che prendere atto di quanto deciso. La perizia comunque mi ha deluso perchè non è degna di tale nome».
Tra 90 giorni si conosceranno le motivazioni di questa assoluzione.